Ex candidato agli arresti, bufera su M5S in Sicilia
Accusa di estorsione per l’imprenditore, primo dei non eletti alle Regionali. Il Movimento lo sospende Di Maio: si è messo fuori da solo con quello che ha fatto. Il Pd attacca: la realtà non fa rima con onestà
In campagna elettorale, da candidato, aveva fatto da cicerone a Di Maio e Di Battista accogliendoli nella Valle di Templi con la moglie argentina e le sue due bimbe, otto anni la più grande. Presentandosi ai grillini di Giancarlo Cancelleri come un manager che innova e sceglie la legalità. Anche a costo di abbattere due piani del suo albergo per mettersi in regola. Un modo per garantire le «4 stelle» al resort, mentre si candidava con i 5 Stelle.
Ecco la scalata e il tonfo di Fabrizio La Gaipa, 42 anni, un ex cronista di Agrigento inciampato nelle maglie della giustizia e finito ieri agli arresti domiciliari per estorsione. Una brutta storia di false buste paga, di retribuzioni tagliate ai dipendenti, costretti invece
«False buste paga» Per l’accusa La Gaipa manager alberghiero, obbligava i dipendenti a firmare false buste paga
secondo l’accusa a sottoscrivere ricevute con cifre superiori a quanto realmente incassato.
Arriva così come una bomba politica la notizia degli arresti imposti al patron del «Costazzurra Museum» dalla Procura che incrimina anche il fratello Salvatore, un rotariano adesso con il divieto di dimora nella città dei Templi.
La vicenda di questo rampante presidente del Consorzio turistico della Valle, dimessosi in agosto dalla carica per tentare la corsa al seggio in Assemblea regionale, primo dei non eletti il 5 novembre con 4.357 voti, diventa l’ennesimo caso giudiziario di una campagna elettorale che finora aveva visto esplodere le bombe nel centrodestra con il messinese Cateno De Luca per una contestata evasione fiscale e nel centrosinistra con il palermitano Edy Tamajo per una presunta compravendita di voti.
Immediata la sospensione disposta dallo Staff mentre Cancelleri evita contatti con i cronisti, Casaleggio non risponde alle domande dei giornalisti e Luigi Di Maio a Washington si limita a dire che «La Gaipa si è messo fuori da solo con quello che ha fatto».
Inevitabili le polemiche e i sarcasmi. È il caso di Emanuele Fiano, parlamentare Pd: «Adesso Di Maio si vanta pure di aver sospeso La Gaipa. Che cosa voleva fare, dargli un premio?». E Stefano Esposito, il senatore Pd: «Pietoso questo smarcarsi dalla realtà che non fa rima con onestà».
I suoi amici e i suoi avvocati sono certi che Fabrizio La Gaipa riuscirà a difendersi dalle accuse nate anche «per veleni interni al meetup grillino di Agrigento», come lascia intendere una consigliera comunale del gruppo. Ma le carte del procuratore Luigi Patronaggio parlano di «una duplice estorsione perpetrata dagli indagati ai danni di due dipendenti costretti, dietro la minaccia del licenziamento, ad accettare un salario inferiore a quello risultante nelle buste paga». Una tema che anticipa altre inchieste, come rivela il procuratore: «Il fenomeno delle “false buste paga” è particolarmente diffuso nell’agrigentino, oggetto di particolare attenzione investigativa da parte dell’ispettorato del lavoro oltre che delle forze di polizia».
La storia rischia di cancellare l’immagine di un imprenditore deciso a presentarsi come un manager di stampo ben diverso dai palazzinari del passato citando perfino una frase di Sandro Pertini: «Bisogna ridare alle persone l’orgoglio e la dignità di un lavoro e di una retribuzione che li renda liberi». E lo ripeteva nel suo archeo-hotel ricco di reperti del V secolo dove innovava l’offerta anche «con trattamenti e rituali estetici del passato». Senza pensare alla beffa di vedersi contestare ben altri rituali del passato.