Una notte da capolista per l’Inter di Icardi
Si sente più forte, dopo un anno esatto. Lorenzo Insigne può addirittura disegnare la parabola: da Udine a Udine, quasi fosse una delle sue perle che fa un giro lungo 365 giorni. Lo scugnizzo al Nord si esalta, al punto da sbloccarsi — ecco, un anno fa — mettendo a segno una doppietta, portando nella cassaforte azzurra tre punti preziosi. Proprio lì alla Dacia Arena dove non è mai stato semplice. Dove la stagione precedente si era consumato lo strappo definitivo tra il mostro sacro Higuain (tre giornate di squalifica per un fallo e proteste clamorose) e la tifoseria.
Insigne torna oggi sul luogo del delitto, come un killer ancora più feroce, affamato di gol e di assist e con una valigia piena di riconoscimenti: ventotto reti, sedici assist, cento punti con il Napoli e un contratto da cinque milioni l’anno. E con una consapevolezza diversa, con la maturità e la forza mentale di chi ha dovuto smaltire in fretta la delusione per l’esclusione dal Mondiale. Per Maurizio Sarri è un intoccabile del tridente, testimonial di un collettivo che finalmente
ha dichiarato le sue ambizioni. Lo scudetto passa oggi anche per Udine e l’imperativo è quello di sempre: non commettere errori.
La macchina perfetta di colore azzurro tiene il motore sempre al massimo, non deve concedersi distrazioni o cali di tensione. C’è il primato da riconquistare (dopo la vittoria dell’Inter a Cagliari) e in quest’ottica le iniezioni di fiducia e di ulteriore autostima, che solo le vittorie sanno regalare, sono ossigeno in vista della supersfida con la Juventus di venerdì prossimo al San Paolo.
Insigne e company, insomma, per dominare il campionato e allungare, se possibile, la distanza con le dirette inseguitrici. Sarri in ossequio alla scaramanzia resta in silenzio alla vigilia, Massimo Oddo l’avversario di turno non alza le braccia in segno di resa: «Sono i più forti e tra i primi in Europa, ma nulla è già scritto. Le macchine perfette non esistono, bisognerà trovare e sfruttare i loro punti di debolezza». Esercizio possibile, non semplice: finora 11 vittorie e due pari, migliore attacco e difesa seconda solo alla Roma. «Coraggio ed equilibrio», insiste Oddo. Così come profetizza Sarri. Ma non è sfida ad armi pari, almeno sulla carta.