Il prelievo fisso che colpisce i redditi bassi
La prima proposta era arrivata dallo stesso ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, di Ap. Adesso anche i renziani del Pd appoggiano senza riserve l’abolizione del superticket di 10 euro sulle ricette sanitarie per la diagnostica e le prestazioni specialistiche, introdotto da molte Regioni. «Ha avuto il risultato di rendere meno competitive le strutture pubbliche a favore di quelle private e ha contribuito solo in parte all’aumento delle entrate», e dunque «il superticket va abolito» si legge in una delle proposte emerse ieri dai fedelissimi del segretario Pd riuniti alla Leopolda.
L’operazione è impegnativa, perché l’eliminazione della «tassa fissa», che colpisce molto più duramente i redditi più bassi, costerebbe non meno di 800-900 milioni di euro. Che, inutile dire, al momento non ci sono. Il superticket è stato introdotto nel 2011, e viene applicato nel modo più diverso dalle Regioni (alcune delle quali lo ignorano, come Lazio e Campania), che potevano introdurre forme di prelievo sui cittadini differenti, ma che garantissero lo stesso gettito. È probabile che la sua modifica, se non adesso in Senato, emerga nel corso dell’esame della legge di Bilancio alla Camera, dove è attesa dalla prossima settimana. Per le risorse con cui finanziare lo sgravio, eventualmente parziale, qualcuno pensa alla nuova, imminente, tassa sul fumo.