Merkel senza pace Ora è un caso il ministro favorevole al glifosato
dal nostro corrispondente a Berlino
Piccole indicazioni di come sarà il prossimo governo tedesco di Grande Coalizione, se si farà. È successo che lunedì, a Bruxelles, il ministro dell’Agricoltura della Germania, Christian Schmidt — cristiano-sociale bavarese, membro del governo uscente ma ancora in carica in attesa di novità — ha votato affinché la Ue desse il via libera per altri cinque anni all’uso dell’erbicida glifosato. Lo ha deciso da solo, sulla base della sua coscienza e delle sue idee — ha detto ieri. Proprio per questo, si è aperta una piccola crisi che si inserisce in quella più grande di tipo politico che finora ha impedito di formare un governo nuovo dopo le elezioni del 24 settembre. I socialdemocratici, che sono anch’essi al governo (vecchio) di Grosse Koalition, hanno immediatamente reagito e sostenuto che questo voto europeo non era stato concordato, anzi andava contro gli accordi di coalizione (del 2013). Nel merito, Merkel (foto), che è una scienziata, è favorevole a mantenere l’uso dell’erbicida, per quanto la sua nocività sia discussa in Europa. Dal punto di vista della forma, però, non ha potuto che stare dalla parte dei critici del ministro (alcuni dei quali chiedevano che fosse licenziato), in quanto ha violato le procedure di governo e fatto di testa sua. Ciò che ha deciso, ha sostenuto la cancelliera, «non corrisponde alle istruzioni stabilite dal governo federale». E ha aggiunto: «È qualcosa che non si deve ripetere altrimenti un lavoro unitario e utile del governo federale non è possibile». La vicenda non avrebbe molta importanza, direttamente riguarda un governo alle sue ultime settimane. Il guaio è che si sta discutendo di rifarne uno simile: e in un clima di sfiducia se non di ostilità tra i due schieramenti che lo dovrebbero comporre, quello dell’Unione Cdu-Csu di Merkel e quello della Spd di Martin Schulz. Nei colloqui tra di loro che si apriranno nei prossimi giorni, la vicenda avrà un peso. Non solo per quel che riguarda il rispetto degli accordi, ma sui contenuti. I socialdemocratici, che avrebbero voluto restare all’opposizione, per entrare in un nuovo esecutivo chiedono impegni programmatici forti e molto orientati a sinistra, sui quali i conservatori faranno fatica a fare compromessi. In più, si nota che l’autorità di Merkel declina.