Napoli, il mal di gol e gli alibi di Sarri
Per venti volte su ventidue in questa stagione Maurizio Sarri non ha rinunciato al tridente dei piccoli. Ma Callejon, Mertens e Insigne non hanno i muscoli d’acciaio e l’usura, mentale oltre che fisica, era un rischio calcolato e prevedibile. La sconfitta contro la Juventus, infatti, non è solo figlia del gol di Higuain, ma della debolezza fisica del trio azzurro che fino a un mese fa aveva mostrato la meravigliosa arte offensiva del gioco dell’allenatore. Un mese fa, appunto. Segno che il campanello d’allarme c’era stato e non doveva essere sottovalutato. Sarri lo ha ammesso solo dopo la sfida al San Paolo contro la Juventus: «Non abbiamo tanti ricambi e siamo poco brillanti nei tre giocatori davanti». Gli stessi a cui non sarà sfuggito l’aggettivo di «fuoriclasse» con cui Sarri ha ancora una volta definito Higuain, aggiungendo: «Con lui ancora in squadra avremmo vinto noi per 1-0». Il Napoli ha realizzato 35 gol in campionato, ma il dato su cui valeva la pena di soffermarsi è che 25 sono stati realizzati nelle prime 7 giornate. Il calcolo è semplice: il mal di gol era più che un sintomo. La rosa è corta, certo. Ma il mercato è argomento a cui Sarri non si è mai appassionato. Fino a venerdì sera, quando la sconfitta, evidentemente, andava spiegata anche con la mancanza di ricambi.