«Le donne come foglie» È polemica sul simbolo
«Si sta come d’autunno sugli alberi le donne», recita un tweet. «La fogliolina è nostra e la gestiamo noi», replica un altro. Tra indignazione e ironia, esplode in rete il dibattito sul nuovo simbolo di Liberi e uguali (scelto tra trenta e disegnato dal fratello di Pippo Civati), presentato in tv da Fabio Fazio dal neo leader Pietro Grasso. Corpo del (presunto) reato quel tratto grafico che nelle parole del presidente del Senato ha un duplice significato: alludere alla tematica ambientalista e declinare al femminile la parola «liberi». Ma a far esplodere la polemica è Fazio, che definisce quel tratto «foglioline». Grasso, preso alla sprovvista, riprende il termine e qualche agenzia ne fa una ricostruzione sommaria, associando le «foglioline» alle «donne». La frittata è fatta e l’indignazione esplode. Fulvia Bandoli ricorda la foto di Grasso con i tre «moschettieri» maschi (Civati, Fratoianni e Speranza) e dice: «Noi donne non siamo ornamentali». La giornalista Marina Terragni lancia «il partito delle foglioline incazzate». Non tutti seguono la china. La scrittrice Paola Tavella trova la polemica «un po’ patetica» e si chiede «perché a noi donne piace fare le vittime». Dal Pd attaccano a testa bassa, con Alessia Morani che ironizza sulle «foglioline al vento». Da sinistra si smentisce la «fake news»: «Grasso non ha mai associato le foglie alle donne», spiega Cecilia Guerra. La capogruppo Mdp al Senato, che a settembre era l’unica donna tra 19 uomini in una riunione, non sottovaluta: «Quella delle foglioline è una strumentalizzazione. Il simbolo anche al femminile è una prima risposta e abbiamo già preso l’impegno di valorizzare le donne». Vero. Grasso ha spiegato che le donne saranno «elemento fondante» di Liberi e uguali: «Le madri, sorelle, compagne e lavoratrici ci aiuteranno a cambiare questo Paese». E sulla somiglianza con il simbolo di Emergency Gino Strada minimizza: «Sono parole di tutti».