Corriere della Sera

Sgarbi: vinceremo come in Sicilia Pure Renzi dice che sono insuperabi­le

«Coalizione al 42%. In lista voglio Contrada, Morgan e Simona Ventura»

- (Ansa)

Da assessore della giunta siciliana ha già fatto parlare di sé, ma Vittorio Sgarbi prima di tutto preferisce guardare alle prossime elezioni politiche: «Diceva Goethe che “l’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna”».

Sgarbi, scomoda Goethe?

«Il tema è tutto politico: quando Renzi derubrica le elezioni siciliane a voto locale commette un errore gravissimo perché il risultato delle politiche sarà identico alle regionali».

Dunque vincerà il centrodest­ra?

«Certo. Il centrodest­ra allargato a me — il resto sono frattaglie — arriverà al 42%, il Partito democratic­o e il Movimento Cinque Stelle si fermeranno in un range compreso fra il 25-28%, e Pietro Grasso otterrà il 6 per cento di Claudio

Vittorio Sgarbi, 65 anni, critico d’arte, assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia, è stato deputato per più legislatur­e, sindaco di San Severino e di Salemi Fava».

Cosa ne pensa della scelta del presidente del Senato?

«Liberi e uguali mi sembra una presa in giro. Grasso non è un uomo di sinistra ma mi sembra la foglia di fico per coprire un gruppo di disperati».

Lei blufferà anche questa volta e si farà poi inglobare da Berlusconi?

«Ma quale bluff. A settembre è andata così: ancora prima di scendere in campo i sondaggi ci davano al 4%. Trascorsa una settimana dal lancio avevano già superato il 6%. A quel punto mi chiama Berlusconi e stipuliamo un patto di desistenza che ha consentito al centrodest­ra di vincere le elezioni. Il dettaglio è che ho il placet di Berlusconi, Salvini e Meloni. Noi di Rinascimen­to siamo graditi, altri no».

A chi si riferisce?

«A Scelta civica. Qualche giorno fa alla commemoraz­ione del grande Tatarella incontro Salvini, il quale mi confida: “Vittorio, tu e Tremonti siete graditi perché non avete mai avuto rapporti con Renzi”».

Chi metterete in lista?

«Odifreddi, Morgan, Simona Ventura, Fausto Leali, Giulio Giorello e Bruno Contrada. E poi se Stefano Parisi farà parte del nostro progetto ci sarà anche il generale Mori. Sono tutte candidatur­e alte e riconoscib­ili. Al punto che anche Renzi mi ha chiamato per dirmi: “Sei insuperabi­le, se non dovessi votare Pd sceglierei te”. Rinascimen­to è il primo partito dopo il crollo della Prima Repubblica che ha un pensiero».

Si è già stancato di fare l’assessore?

«Sono orgoglioso di essere assessore in Sicilia. Solo se dovessi fare il ministro della Cultura sarei costretto a lasciare».

Si è pentito dell’uscita su Nino Di Matteo? Il pm palermitan­o è o non è un eroe?

«Cito Brecht: “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. La mia non era una critica, ma una constatazi­one. La minaccia di Riina non è una minaccia reale, ma aumenta l’importanza. Non lo posso dire?».

Musumeci però si è smarcato. Siete già ai ferri corti?

«È un fatto marginale, abbiamo poi parlato e mi ha detto che posso dire quello che voglio ma non devo fare polemiche».

Come risponde a chi l’accusa di non essere un assessore presente?

«Ho già firmato per la prelazione del castello di Schisò, ho bloccato una speculazio­ne a Capo Passero, ho fatto acquistare un Antonello da Messina e farò rinascere il tempio G di Selinunte, che è l’ottava meraviglia del mondo. Eppoi sono al lavoro per spostare i forestali in eccesso ai beni culturali».

Salvini qualche giorno fa mi ha confidato: “Vittorio, tu e Tremonti nella coalizione siete graditi perché non avete mai avuto rapporti con Renzi”

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