Corriere della Sera

Battista, un’aristocrat­ica in clausura Storia del dipinto salvato dal sisma

A Camerino, suore sfrattate dal «suo» monastero crollato: il musical per ricostruir­lo

- Rscorranes­e@corriere.it

Questa storia inizia nel 1458, quando, nella corte dei Varano di Camerino, venne alla luce Camilla, una dei tanti figli (legittimi e no) del signore locale, Giulio Cesare. Uomo d’arme, il potente nobile maceratese aveva sposato una Malatesta e disegnava un futuro preciso per la figlia: matrimonio politico d’alto profilo e prole.

Non andò così: sedotta dalle prediche dei Frati minori dell’osservanza, Camilla decise di farsi suora, entrò nel monastero delle clarisse di Urbino e si cambiò il nome, scegliendo un mascolino «Battista». Giulio Cesare non si rassegnò e almeno volle avere la figlia accanto a sé: fu così che nel 1484 un antico monastero degli olivetani venne trasformat­o (con i soldi dei Varano, provenient­i in massima parte dalle guerre combattute al fianco dei papi) in quello che tuttora è il ricovero delle suore clarisse a Camerino, con tanto di chiesa dedicata a santa Chiara. Battista però non divenne mai una religiosa chiusa in se stessa e progressiv­amente incolta, anzi. Coltivò le arti, annotò le sue visioni mistiche, aiutò altre donne e divenne amica di una monaca come lei di origini nobili, con la quale fondò strutture d’accoglienz­a. Insomma, fu una principess­a con i voti.

«Non si pensi a questi posti come a delle piccole carceri: lì le suore facevano musica, commission­avano opere d’arte, studiavano», precisa Giuseppe Capriotti, insieme con Francesca Coltrinari curatore della mostra L’arte che salva, nel Museo-Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto. Che c’entra ora Loreto? Perché questa rassegna (parte del progetto «Mostrare le Marche»), aperta da ottobre, espone tra l’altro anche la pala d’altare della chiesa del monastero di Camerino, pala dove è ritratta Battista Camilla.

Questa è una delle opere «salvate» dal terremoto che ha sconvolto il centro Italia nel 2016. E che ora, da Loreto a Macerata fino a Fermo, la regione vuole mostrare. Ma c’è dell’altro. Molto altro. Il monastero che Battista animò per anni e dove ebbe le sue «visioni», è stato gravemente danneggiat­o dal sisma dell’anno scorso e le suore (clarisse, dunque appartenen­ti a un ordine monastico claustrale, dedito alla preghiera e alla contemplaz­ione) sono state ospitate presso le «colleghe» di San Severino Marche: sono costrette a dormire alla meno peggio in refettorio.

Ma non si arrendono, così come Battista non si arrese davanti ai veti del padre. Infatti hanno lavorato al progetto di una sorta di monastero in miniatura da realizzare in legno, studiato per contenere l’essenziale e, sul loro sito, (sorellepov­eredisanta­chiara.it) invitano tutti a sostenere questo sogno. Persino con un musical: ispirato alla storia di Battista Camilla. «Come una carezza. Il viaggio di S. Camilla Battista Varano» è andato in scena ad Assisi e in altre città. Tutto il ricavato, come conferma Giulia Giontella, la regista, «è per il monastero di Santa Chiara. L’incasso verrà devoluto nella speranza che possa servire per ricostruir­e». Lo spettacolo, a cura della compagnia Teatro In Bilico, ha coinvolto ragazzi e ragazze di Camerino.

Insomma, l’esposizion­e lauretana è un caleidosco­pio di storie. «Opere sottratte al sisma, non solo a Camerino, ma anche altrove — commenta Capriotti — e un progetto scientific­o ispirato alle immagini della predicazio­ne che salva. Molte persone, in passato come oggi, hanno trovato conforto nelle parole di Battista Camilla».

Il curatore Capriotti «Esposti pezzi sottratti alle macerie: opere ispirate alla parola che redime, ieri come oggi»

 ??  ?? In alto, la pala «salvata», in basso il monastero inagibile
In alto, la pala «salvata», in basso il monastero inagibile
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy