Corriere della Sera

«Ruberie nelle banche, anche ad Arezzo Ma dal mio governo nessuna pressione»

Renzi e le rivelazion­i di Vegas: non è un problema se un ministro vede il capo di Consob

- Dino Martirano

Serata in salita per il segretario del Pd Matteo Renzi, che avrebbe voluto celebrare in tv l’approvazio­ne della legge sul biotestame­nto e invece è stato catapultat­o nella trincea delle banche a difendere la contestata posizione della sottosegre­taria Maria Elena Boschi. Così, dopo 5 anni di assenza dagli studi di Piazzapuli­ta (La7), Renzi ha dovuto mutare tattica davanti alle domande di Corrado Formigli: «Sulle banche non ci sono state pressioni da parte di Maria Elena Boschi. Se il ministro dei Rapporti con il Parlamento va a parlare con il presidente Consob per me non è un problema. Ma io sono sconvolto dal fatto che questa storia sta diventando una micidiale arma di distrazion­e di massa».

Sulle banche Renzi si è scaldato, ma senza scomporsi: «Possibile che in questo Paese si debba sempre guardare dal buco della serratura sui pranzi tra Boschi e Vegas, quando invece ci dovremmo occupare delle ruberie che ci sono state nelle banche italiane, compresa Etruria?». L’ex premier, poi, ha ricordato il decreto sulle popolari varato dal suo governo — e qui non si è parlato dei suoi incontri con l’ingegner Carlo De Benedetti cui ha fatto riferiment­o il presidente Consob Giuseppe Vegas — «dopo il quale i politici non toccano più palla nelle banche territoria­li». E, tornando all’istituto di Arezzo, ha aggiunto: «Il padre di Boschi l’ha mandato a casa il nostro governo».

La partenza è stata ruvida anche sulla mancata approvazio­ne dello ius soli: «Al Senato non ci sono i numeri, e il presidente Gentiloni ha deciso di non rischiare, almeno per ora, con la fiducia». Poi Renzi ha confermato che si candiderà in Toscana: «Alla Camera o al Senato, comunque aspetto Salvini e mi fa piacere accettare la sua sfida».

L’asse con Berlusconi? «Lo escludo però vedo che a Berlusconi piace Gentiloni...». E la premiershi­p di Gentiloni «avrà il consenso di Renzi?». Risposta, dopo breve pausa: «La discussion­e è sterile perché, come nella Prima Repubblica, il presidente del Consiglio lo sceglie il capo dello Stato». Infine, che succede se il Pd va sotto il 25,4% ottenuto da Bersani nel 2013? «Se il Pd va al governo vince, se va all’opposizion­e perde. Non dico “se perdo mi dimetto” perché porta male».

Il caso di Maria Elena arma di distrazion­e di massa Il nostro esecutivo ha mandato a casa suo padre

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