Corriere della Sera

Lo smartphone è «muto»

Crolla il mercato delle «musichette»: l’ondata di notifiche ha silenziato i telefonini. Eppure Nokia Tune è stato il suono più ascoltato di sempre

- Michela Rovelli

acquistare e impostare come suoneria, oppure da suoni creati ad hoc. Valeva 4.4 miliardi di dollari, a livello globale, il giro d’affari attorno alle musiche per cellulari nel 2005 secondo Billboard. Con tanto di servizi in abbonament­o (spesso anche corredati da truffe) e una sezione dedicata su iTunes. Oggi davvero pochi decidono di spendere 99 centesimi per scaricare una suoneria. Negli Stati Uniti quest’anno, calcola la Recording Industry Associatio­n of America, si sono spesi 16 milioni di dollari. Pochi, se paragonati ai 977 milioni del 2008. Ci si accontenta dell’offerta di default disponibil­e sul nuovo smartphone. E se qualcuno preferisce ancora personaliz­zare il suono del suo telefono, magari con la musica di un film o del suo cantante preferito, sicurament­e attira l’attenzione di chi gli sta accanto.

Eppure le suonerie, a volte, hanno anche fatto la storia. Per esempio Nokia Tune, il motivetto dell’omonima marca, è stato incoronato il suono più ascoltato di tutti i tempi. O il jingle «Hello Moto» di Motorola, che ci ha accompagna­to per tutti gli anni ‘90 e ancora oggi lo sentiamo, con un po’ di nostalgia, sui nuovi smartphone di Lenovo, che ha inglobato la società. Era stato studiato nei minimi dettagli il menù di 25 suonerie creato dalla Apple per il debutto dell’iPhone, nel 2007. Giusto dieci anni fa. Steve Jobs ci teneva molto che fossero così belli da poter dimostrare tutte le potenziali­tà sonore dei melafonini. Come Marimba, la sua preferita, tanto da essere la suoneria impostata al momento dell’acquisto.

Nuova identità Ora la nuova identità è sostituita dalle cover e dalle immagini scelte per lo sfondo

O Vecchio Telefono, per la cui realizzazi­one hanno chiesto aiuto alle attente orecchie di persone anziane perché fosse il più possibile simile a quella che emettevano davvero i vecchi telefoni. Sempre dal mondo delle suonerie sono nati anche personaggi iconici, come Crazy Frog o il Pulcino Pio. Protagonis­ti indiscussi delle pubblicità televisive degli anni Duemila.

Per i grandi marchi, era una sfida a chi poteva offrire le più orecchiabi­li. Per noi, un modo di mostrare la nostra identità. Sostituita poi da cover — e qui il mercato fiorisce — dalla immagine dello sfondo e dalle app. Vagare per lo Store e per la Galleria così da arredare lo schermo è diventato il nuovo rito appena dopo aver aperto la scatola del nuovo smartphone. Sono questi i primi gesti che facciamo. Dall’udito alla vista, la personaliz­zazione ha cambiato senso. E il risultato è un silenzio rotto da ovattate vibrazioni continue.

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