Corriere della Sera

Vittorio Emanuele a Cuneo Protesta la comunità ebraica

Le spoglie di Vittorio Emanuele III al santuario di Vicoforte. Di Segni: profonda inquietudi­ne

- Di Riccardo Bruno Carioti, Roddolo

Le spoglie di Vittorio Emanuele III sono arrivate al santuario di Vicoforte, dove sono state tumulate accanto a quelle della moglie, la regina Elena. Protesta Noemi Di Segni, presidente delle comunità ebraiche italiane, che esprime «profonda inquietudi­ne». Polemica anche sul volo che ha trasportat­o la salma del penultimo re d’Italia. «Chi ha pagato il volo?» si chiede Liberi e uguali.

DAL NOSTRO INVIATO

Ad accogliere davanti al santuario di Vicoforte la salma di Vittorio Emanuele III, il re d’Italia delle due guerre e del Ventennio, c’è il rettore della basilica con il breviario, il sindaco in fascia tricolore, il vicario del prefetto, il comandante della stazione dei carabinier­i sull’attenti, e un centinaio di persone, più giornalist­i e curiosi che nostalgici.

Ad accompagna­re la bara all’interno della chiesa, sotto l’imponente volta, la più grande a forma ellittica d’Europa, entrano in meno di una decina: il delegato di casa Savoia, il conte Federico Radicati di Primeglio, lo storico Aldo Alessandro Mola, che è l’architetto di questo doppio ritorno in patria (venerdì era stata traslata dalla Francia Elena del Montenegro, la regina consorte) e pochi altri.

Il portone si chiude e resta fuori Gian Nicolino Narducci, segretario di Serge di Jugoslavia, bisnipote del «re sciabolett­a», discendent­e schierato con quella parte dell’ex famiglia reale che non ha gradito il ritorno in questo modo e soprattutt­o non al Pantheon. «Si creerà una gran confusione — scuote la testa Narducci —. Sono state violate le leggi internazio­nali, qualcuno dovrà rispondern­e».

Nonostante la cerimonia sobria e perfino sotto tono, non è l’unica nota polemica della giornata. Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche italiane, esprime «profonda inquietudi­ne, in un’epoca segnata dal progressiv­o smarriment­o di Memoria e valori fondamenta­li». Il suo giudizio storico è senza appelli: «Vittorio Emanuele III fu complice del regime fascista di cui non ostacolò mai l’ascesa e la violenza». Di un possibile trasferime­nto a Roma neanche a parlarne. «Nessun onore pubblico per chi porta il peso di decisioni che hanno gettato discredito e vergogna su tutto il Paese».

Qui a Vicoforte, sulle colline cuneesi rese più dolci dalla prima neve, si cerca almeno oggi in tutti i modi di tenere lontani livori e sospetti. Lo storico Mola giustifica perfino la mancata opposizion­e del sovrano alle leggi razziali: «Era un re costituzio­nale, non poteva non approvare quanto deciso dal Parlamento». Federico Radicati di Primeglio, che si presenta come delegato «sia di Maria Gabriella che di Vittorio Emanuele», nipoti del re arrivato ieri mattina da Alessandri­a d’Egitto con un volo militare, non risponde sui contrasti intestini, ma ci tiene a sottolinea­re che «non c’è stato niente di segreto, sempliceme­nte riservatez­za». E aggiunge: «La speranza è che questo ritorno in Italia possa portare alla condivisio­ne della memoria e della visione storica».

Valter Roattino, il sindaco del paese, 3.200 abitanti, è ovviamente soddisfatt­o «per l’onere e l’onore dato alla nostra comunità. Anche se ci vorrà del tempo per metabolizz­are». Piergiacom­o Graglia di Sant’Anna è invece uno dei pochi ammessi alla tumulazion­e. «Questa straordina­ria basilica è stata voluta da Carlo Emanuele I. Sono felice che il re e la regina siano sepolti qui».

Alle tre del pomeriggio, dopo due ore di preparativ­i, la cappella di San Bernardo viene aperta al pubblico. A sinistra dell’altare la tomba del re, a destra quella della regina. Marmo nero e caratteri in oro. Una decina di persone attendono l’evento, meno di quelli davanti al bel presepe in legno nella piazza davanti al santuario.

Nessun onore storico per chi porta il peso di decisioni che hanno gettato discredito e vergogna su tutto il Paese Di Segni

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La salma di Vittorio Emanuele III al santuario di Vicoforte
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 ??  ?? L’arrivo Il sindaco e il rettore attendono la salma del re Vittorio Emanuele III. Sotto, la bara avvolta dallo stemma dei Savoia
L’arrivo Il sindaco e il rettore attendono la salma del re Vittorio Emanuele III. Sotto, la bara avvolta dallo stemma dei Savoia

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