Corriere della Sera

«Programma scritto o niente asse con FI» Ma su Salvini è gelo

Toti: la firma? L’importante è che sia chiaro

- Marco Cremonesi

Matteo Salvini torna a chiedere la firma a Silvio Berlusconi. L’altro giorno la voleva sul «patto anti inciucio», ieri l’ha chiesta anche sul programma elettorale. Ospite di Lucia Annunziata a «1/2 ora in più», il leader leghista ha spiegato di voler «un programma comune» del centrodest­ra, precisando che senza di quello, «scritto nei suoi capisaldi, non c’è alleanza». Tra i punti indicati, al primo posto la modifica della legge Fornero: «Va cambiata in cinque mesi, non in 5 anni. Il governo di cui faccio parte deve impegnarsi per la cancellazi­one di quella legge: non ci sono trattative possibili».

Il clima tra i (possibili) alleati era peggiorato dopo la sostanzial­e bocciatura da parte di Forza Italia del progetto di legge leghista contro gli sconti di pena agli stupratori, resta freddo: «Qualcuno — ha osservato ieri Salvini — ha detto che non aveva capito il testo, altri hanno detto che bisogna essere garantisti... Per questo è necessario firmare un contratto». Il leader leghista si dice comunque fiducioso: «Ritengo che Berlusconi firmerà». Quanto ai suoi futuri incontri con il Cavaliere, in television­e Salvini era stato asciutto: «Ci incontrere­mo per gli auguri di Natale, come è buona educazione». Più tardi, alla scuola di formazione politica della Lega, è apparso possibilis­ta: «Se riusciremo anche a entrare nel merito del programma, tanto di guadagnato». Quanto alla leadership, il capo leghista ha ricordato che «l’accordo tra me e Berlusconi è che chi prende un voto in più indica il presidente del Consiglio. Io lo posso fare, mentre Berlusconi, purtroppo, per una sentenza al momento non lo può fare. Quindi chi sceglie Salvini e la Lega sa che sceglie per il futuro».

Da Forza Italia risponde il governator­e ligure Giovanni Toti, che della Lega è considerat­o un amico. Ma anche lui è cauto: «Per me l’importante è che sia un patto chiaro, che sia scritto o no è poco importante». E ancora: «Fare un programma serio e presentarl­o davanti agli elettori: questo è il patto scritto». In realtà, il fatto che il leader leghista continui a sottolinea­re la necessità di impegni firmati non preoccupa troppo Forza Italia, tutti consideran­o l’alleanza un percorso obbligato, anche per Salvini: «Il continuare a marcare la differenza peraltro gli fa perdere consenso, cosa che in quanto alleati non ci rallegra». In ogni caso, Berlusconi intende fare tutto il possibile per dare una mano ai centristi che domani presentera­nno la «quarta gamba» del centrodest­ra. Secondo gli azzurri, saranno anche utili a evitare quel che è accaduto in Austria con la nomina dei nuovi ministri della destra spinta. Salvini, però, non condivide la preoccupaz­ione: «Io non vedo estremisti al governo. Heinz-Christian Strache, il leader Fpo, non lo è assolutame­nte: se controllar­e i confini è estremista, allora lo sono anche io».

La Lega e l’Austria «Strache non è affatto estremista, anch’io voglio controllar­e i confini» Ci incontrere­mo per gli auguri di Natale, come è buona educazione

Sergio Mattarella e Pietro Grasso ieri hanno assistito al concerto di Natale in Senato. Il concerto è stato eseguito dall’orchestra sinfonica dei Conservato­ri, dal coro del liceo Keplero e dal Piccolo coro delle mani bianche. Hanno partecipat­o il violoncell­ista Giovanni Sollima e il tenore Francesco Meli.

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Palazzo Madama Il concerto di Natale ieri nell’aula del Senato (LaPresse)

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