Da Prodi a Veltroni, da Calenda a Di Battista In molti hanno scelto di non candidarsi I dubbi di Casini e Zanda
che un tempo venivano definiti «blindati», magari proprio nella sua Bologna.
Ma cosa succederebbe se, in una zona dove la concorrenza di Liberi e uguali è pericolosissima e l’astensione si è trasformata in una variabile impazzita, l’appuntamento con la vittoria venisse mancato, per giunta senza il paracadute del proporzionale?
Da qui la riflessione del veterano centrista, che potrebbe durare giorni o settimane. E non ci sono soltanto la voglia di appendere gli scarpini della politica al chiodo, la scommessa su imminenti elezioni successive o il rischio di bruciarsi. Ad alimentare la schiera di chi oggi fa a gara per rimanere a bordo campo potrebbero esserci anche i calcoli sul possibile governissimo che potrebbe nascere sulle ceneri di un voto senza maggioranza certa. Gli eventuali ministri indicati dal Pd qualora i parlamentari renziani fossero costretti a dare il disco verde a un governo di larghe intese, è la linea di cui si discute al partito al riparo da sguardi indiscreti, sarebbero tutti pescati «tra quelli che non si sono invischiati in una campagna elettorale che si annuncia pesantissima».
Lo scenario Per alcuni la decisione di non correre adesso è legata all’ipotesi di un secondo voto a breve
Ed è una linea che, per ovvi motivi, non dispiacerebbe nemmeno al Quirinale.
A quel punto la lista delle potenziali «riserve della Repubblica» sarebbe rimpolpata dai nomi che hanno deciso (o stanno per decidere) di rimanere in panchina nella partita del 4 marzo. Da Casini a Finocchiaro, da Calenda a Nichi Vendola, dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda al pd Zanda, da Bindi a Veltroni, fino a Prodi e, soprattutto, a Letta. Ce n’è per tutti i gusti e tutti i tipi di larghe intese possibili. Di Battista, per esempio, diventa per i 5 Stelle una riserva di lusso, un jolly pronto per essere giocato nella legislatura che verrà. E un altro futuro probabile «senza seggio» di lusso, come Denis Verdini, potrebbe tornare in auge nel ruolo di geometra di maggioranze parlamentari, ricoperto quasi ininterrottamente dal 2010 all’anno scorso.