A ANCORA RAGAZZI? I PERCHÉ DI UN’IDEA SBAGLIATA
35 ANNI
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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere»
Caro Direttore,
una piccola notazione, un nulla se paragonata ai grandi temi che ci svegliano ogni mattina. In un articolo del suo giornale, il cui contenuto non viene al caso, si dice testualmente di un certo tale che è «un ragazzo di 35 anni». Ragazzo? Allora questo spiega tante cose, tante che non voglio neppure tentare di elencarle. Mi perdonerà di aver posto questo tema, visto che sono un ragazzo di 77 anni.
Caro signor Steiner,
IRoma
l tema che lei pone non è davvero piccolo. Il fatto che anche noi, qualche volta, parliamo di un trentacinquenne come un ragazzo dimostra quanto sia cambiata la psicologia e la mentalità del Paese. Consideriamo normale che i nostri figli stiano in casa fino a quell’età, che siano ancora dei giovani da accudire e aiutare economicamente e non adulti nel pieno della costruzione della loro vita. Certamente l’età media della popolazione è molto cresciuta, ci sono ottantenni ancora in piena attività e in buona salute, qualcosa di inimmaginabile qualche decennio fa. E questo ha alterato la nostra percezione delle diverse età della vita. Ma credo che il punto fondamentale sia un altro: i nostri ragazzi non riescono più, dopo la scuola e dopo l’università, a
Le lettere a Luciano Fontana vanno inviate a questo indirizzo di posta elettronica: scrivialdirettore@corriere.it trovare lavori stabili, gli unici che permettono di programmare la propria esistenza: acquistare una casa, vivere con qualcuno o sposarsi, decidere di avere figli.
Vite precarie che durano spesso fino ai 40 anni. Contratti a termine o di incerta collaborazione sono la normalità. È un grande tema che dovrebbe essere al centro della campagna elettorale più di tanti altri: come restituiamo a una generazione il diritto di fare scelte autonome e di programmare la propria vita. In Italia si parla troppo di pensioni e troppo poco di lavoro dei giovani. L’eterna giovinezza può piacerci perché ci fa stare tutti meglio, in questo caso è un enorme problema che stravolge anche la nostra percezione della realtà. (Reuters) Proactiva Open Arms braccio una piccola migrante. La bambina verrà trasferita sulla nave «Aquarius» in forza alle organizzazioni Sos Mediterranée e Medici senza Frontiere. Tutto è avvenuto sabato 16 dicembre al largo della costa libica. (Marco Gillo)