La lezione virtuosa di una legge civile
Purtroppo la politica italiana ridotta a una miserevole guerra per bande difficilmente saprà assimilare la lezione virtuosa che si ricava dall’approvazione della legge sul «fine vita», o sul testamento biologico. E la lezione è che sui temi cosiddetti «eticamente sensibili» il Parlamento può esprimersi con maggioranze diverse da quelle che sostengono il governo. Che una legge civile sia stata approvata grazie e una maggioranza che comprende forze destinate a scontrarsi duramente sul terreno elettorale, dal Pd ai Cinque Stelle alla sinistra del Mdp, dimostra che esiste un terreno dove non esistono distinzioni tra governo e opposizione, dove prevale la coscienza, le scelte etiche non riducibili a un programma di governo vincolante. Purtroppo la logica della rissa da bar prevale, e parte la corsa a intestarsi una legge che molti cittadini sentono come una conquista, al di là della loro collocazione politica, o che sentono in coscienza come una sconfitta, se sono contrari a prescindere dalla loro appartenenza. È sempre stato così. E invece quasi sempre, quando si è voluto fare dei temi eticamente sensibili altrettante bandiere in mano al governo, i risultati sono stati scarsi. Nella vituperata Prima Repubblica passò la legge per il divorzio promossa in Parlamento da due deputati, Fortuna e Baslini, uno socialista e uno liberale, appartenenti a due partiti variamente alleati con il principale partito di governo, la Democrazia cristiana, che del divorzio era avversaria, e che nel fallimentare referendum abrogativo promosso dalla Dc si schierarono insieme al Pci, fuori della maggioranza di governo. Sarebbe sciocco affermare che non ci fu nessuna conseguenza politica dall’esito di quel referendum, ma restò il principio che leggi come quelle sul divorzio non dovevano coincidere con la maggioranza di governo. La stessa cosa accadde con la legge sull’interruzione della gravidanza, ovviamente osteggiata dalla Dc, ma che pure ottenne un consenso nel referendum promosso dai cattolici anti-abortisti. Oggi la lezione viene ripetuta. Una legge lungamente attesa è arrivata in porto. La sovranità del Parlamento rafforzata, la libertà di coscienza garantita, la separazione dai destini del governo ribadita. Sarebbe una lezione virtuosa. Anche nella politica ridotta a guerra per bande.