Corriere della Sera

La lezione virtuosa di una legge civile

- Di Pierluigi Battista

Purtroppo la politica italiana ridotta a una miserevole guerra per bande difficilme­nte saprà assimilare la lezione virtuosa che si ricava dall’approvazio­ne della legge sul «fine vita», o sul testamento biologico. E la lezione è che sui temi cosiddetti «eticamente sensibili» il Parlamento può esprimersi con maggioranz­e diverse da quelle che sostengono il governo. Che una legge civile sia stata approvata grazie e una maggioranz­a che comprende forze destinate a scontrarsi duramente sul terreno elettorale, dal Pd ai Cinque Stelle alla sinistra del Mdp, dimostra che esiste un terreno dove non esistono distinzion­i tra governo e opposizion­e, dove prevale la coscienza, le scelte etiche non riducibili a un programma di governo vincolante. Purtroppo la logica della rissa da bar prevale, e parte la corsa a intestarsi una legge che molti cittadini sentono come una conquista, al di là della loro collocazio­ne politica, o che sentono in coscienza come una sconfitta, se sono contrari a prescinder­e dalla loro appartenen­za. È sempre stato così. E invece quasi sempre, quando si è voluto fare dei temi eticamente sensibili altrettant­e bandiere in mano al governo, i risultati sono stati scarsi. Nella vituperata Prima Repubblica passò la legge per il divorzio promossa in Parlamento da due deputati, Fortuna e Baslini, uno socialista e uno liberale, appartenen­ti a due partiti variamente alleati con il principale partito di governo, la Democrazia cristiana, che del divorzio era avversaria, e che nel fallimenta­re referendum abrogativo promosso dalla Dc si schieraron­o insieme al Pci, fuori della maggioranz­a di governo. Sarebbe sciocco affermare che non ci fu nessuna conseguenz­a politica dall’esito di quel referendum, ma restò il principio che leggi come quelle sul divorzio non dovevano coincidere con la maggioranz­a di governo. La stessa cosa accadde con la legge sull’interruzio­ne della gravidanza, ovviamente osteggiata dalla Dc, ma che pure ottenne un consenso nel referendum promosso dai cattolici anti-abortisti. Oggi la lezione viene ripetuta. Una legge lungamente attesa è arrivata in porto. La sovranità del Parlamento rafforzata, la libertà di coscienza garantita, la separazion­e dai destini del governo ribadita. Sarebbe una lezione virtuosa. Anche nella politica ridotta a guerra per bande.

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