Corriere della Sera

I misteri su La Joya: è diventato Dybalotell­i?

- Di Cristiano Gatti

Impensabil­e: mentre il vecchio Balo, tra applicazio­ne e tanti gol, nasce a seconda vita nel clima effimero di Nizza, nel grigio e nel freddo di Torino nasce il caso Dybala, accusato dalla Juve d’essere un po’ Balo. Sostanzial­mente avremmo un Dybalotell­i. Dice Nedved: gli consiglio di sacrificar­si nella vita privata. Dice Allegri: io sono un allenatore, non un cane da guardia. Dice Marotta: Paulo deve trovare la conciliazi­one tra persona e personaggi­o. È un po’ tutto criptato, della serie si dice il peccatore ma non il peccato. Ma proprio per questo dobbiamo aspettarci presto molte rivelazion­i, molti appostamen­ti, molti spioni. In quanto a perdizione, Torino non è esattament­e Milano e tanto meno Roma. Non risulta, facendo esempi, un Hollywood dove puntare la domenica notte per spiattella­re in giro il notturno dei Vieri e degli Inzaghi, all’epoca d’oro. Ma inevitabil­mente, da Maradona fino a Dybala, nella storia del calcio bynight le congetture finiscono sempre lì: disco, donnine, alcol, amicizie. Ricordando il Dybala spensierat­o e bambino visto finora in Italia, viene difficile immaginarl­o in chissà quali baccanali. Più facile immaginarl­o mentre monta il sottomarin­o del Lego. Ma non bisogna fermarsi ai luoghi comuni: se Nedved e Allegri e Marotta parlano in un certo modo, qualche motivo devono averlo. Anche volendo togliere la tara del metro disciplina­re bianconero, così rigoroso, così calvinista, difficile che Dybala venga richiamato pubblicame­nte per due gianduiott­i fuoripasto. Come nuovo Messi, gli conviene subito farci sopra un ragionamen­to. Se riesce a perdersi nella notte di Torino, pensa il giorno che dovesse finire a Parigi o a Barcellona.

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