La Fiorentina è spenta, il Genoa s’accontenta
Nessun lampo, Pioli: «C’è mancato il guizzo». Dopo 22 gare, i viola a secco al Franchi
FIRENZE Non tutti i pareggi sono uguali. Un conto è lo 0-0 triste con il Genoa, un altro quello di 7 giorni prima in casa del Napoli. Facce diverse di uno stesso risultato. Al San Paolo avevamo visto una Fiorentina corta, reattiva, sveglia dal punto di vista tattico, intelligente e capace di soffrire. Stavolta, invece, l’approccio è sbagliato e genera 90 minuti piatti, senza lampi, né cambi di passo.
La squadra di Pioli è scarica, spenta, all’apparenza quasi svogliata, tanto che per un quarto d’ora non riesce neppure a uscire dalla propria area (Sportiello è bravo su Taarabt e poi su Briek) e solo al 50’ centra per la prima volta lo specchio della porta di Perin (tiro di Chiesa). L’allenatore non può prendersela neppure con la stanchezza per l’impegno di Coppa Italia con la Sampdoria, visto che i primi a disertare sono proprio quelli che mercoledì hanno riposato: Badelj non riesce a dettare i tempi del gioco, Thereau non tiene un pallone e il Cholito Simeone, atteso ex, calcia alle stelle l’occasione migliore per sbloccare la partita.
È vero che nella ripresa la Fiorentina attacca dall’inizio alla fine, ma solo nei primi 8 minuti, sino all’errore del Cholito, dà l’impressione di mettere alla corda i rivali. Dopo, la squadra spinge più per dovere che per reale convinzione. E il Genoa ha il torto di accontentarsi senza cercare la terza vittoria consecutiva lontano da Marassi.
Pioli, che con Ballardini pareggia sempre, 5 volte su 5, preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno «perché nelle difficoltà siamo stati squadra». Una partita così, Paulo Sousa l’avrebbe persa. Volendosi accontentare, lo 0-0 allunga a 5 la serie di risultati utili consecutivi (6 con la Coppa Italia) e per la terza volta Sportiello chiude senza gol al passivo. Ma resta l’amarezza per una domenica che poteva essere sfruttata meglio. La giovane Fiorentina non riesce a volare in un’altra dimensione. «Nel secondo tempo ci abbiamo provato, ci è mancato il guizzo», la riflessione di Pioli che a metà ripresa cambia interpreti e sistema di gioco: fuori Thereau e Simeone, dentro Babacar e Eysseric che, se possibile, fanno peggio di chi li ha preceduti. Con Gil Dias per Benassi c’è persino il ritorno al 4-2-3-1. Niente da fare, tutto inutile. Avrebbe fatto comodo il vero Pepito Rossi, grande ex, applaudito in tribuna dai suoi vecchi tifosi. Dopo 22 partite consecutive la Fiorentina non segna al Franchi.