Corriere della Sera

La Fiorentina è spenta, il Genoa s’accontenta

Nessun lampo, Pioli: «C’è mancato il guizzo». Dopo 22 gare, i viola a secco al Franchi

- DAL NOSTRO INVIATO 0 0 Alessandro Bocci

FIRENZE Non tutti i pareggi sono uguali. Un conto è lo 0-0 triste con il Genoa, un altro quello di 7 giorni prima in casa del Napoli. Facce diverse di uno stesso risultato. Al San Paolo avevamo visto una Fiorentina corta, reattiva, sveglia dal punto di vista tattico, intelligen­te e capace di soffrire. Stavolta, invece, l’approccio è sbagliato e genera 90 minuti piatti, senza lampi, né cambi di passo.

La squadra di Pioli è scarica, spenta, all’apparenza quasi svogliata, tanto che per un quarto d’ora non riesce neppure a uscire dalla propria area (Sportiello è bravo su Taarabt e poi su Briek) e solo al 50’ centra per la prima volta lo specchio della porta di Perin (tiro di Chiesa). L’allenatore non può prendersel­a neppure con la stanchezza per l’impegno di Coppa Italia con la Sampdoria, visto che i primi a disertare sono proprio quelli che mercoledì hanno riposato: Badelj non riesce a dettare i tempi del gioco, Thereau non tiene un pallone e il Cholito Simeone, atteso ex, calcia alle stelle l’occasione migliore per sbloccare la partita.

È vero che nella ripresa la Fiorentina attacca dall’inizio alla fine, ma solo nei primi 8 minuti, sino all’errore del Cholito, dà l’impression­e di mettere alla corda i rivali. Dopo, la squadra spinge più per dovere che per reale convinzion­e. E il Genoa ha il torto di accontenta­rsi senza cercare la terza vittoria consecutiv­a lontano da Marassi.

Pioli, che con Ballardini pareggia sempre, 5 volte su 5, preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno «perché nelle difficoltà siamo stati squadra». Una partita così, Paulo Sousa l’avrebbe persa. Volendosi accontenta­re, lo 0-0 allunga a 5 la serie di risultati utili consecutiv­i (6 con la Coppa Italia) e per la terza volta Sportiello chiude senza gol al passivo. Ma resta l’amarezza per una domenica che poteva essere sfruttata meglio. La giovane Fiorentina non riesce a volare in un’altra dimensione. «Nel secondo tempo ci abbiamo provato, ci è mancato il guizzo», la riflession­e di Pioli che a metà ripresa cambia interpreti e sistema di gioco: fuori Thereau e Simeone, dentro Babacar e Eysseric che, se possibile, fanno peggio di chi li ha preceduti. Con Gil Dias per Benassi c’è persino il ritorno al 4-2-3-1. Niente da fare, tutto inutile. Avrebbe fatto comodo il vero Pepito Rossi, grande ex, applaudito in tribuna dai suoi vecchi tifosi. Dopo 22 partite consecutiv­e la Fiorentina non segna al Franchi.

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(LaPresse) Punta Federico Chiesa

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