Veterani e inesperti, la giornata nera degli arbitri smentiti (ma anche salvati) dalla tecnologia
Giornata nera per molti arbitri: si è trattato sia di giacchette nere di grande capacità come di fischietti inesperti. Su di loro ha imperversato la Var che ha smentito più di una decisione o costretto gli arbitri a lunghe riflessioni davanti al monitor. Il frequente ricorso alla tecnologia in molte partite è sembrato il risultato di un profondo disagio; la difficoltà di dover cambiare la decisione e indebolire così la personalità arbitrale, così legata all’immagine, può turbare questi arbitri che dalla Var si aspettavano solo positività. La fredda tecnologia, invece, finirà per selezionare severamente gli arbitri e siccome ne servono venti per ogni giornata di serie A, si può capire il tanto lavoro sull’organico. Anche la Var deve aiutare l’arbitraggio controllando l’intera linea di fondo e non solo quella di porta. Si può così valutare l’uscita del pallone, sia a terra sia nel percorso aereo dello stesso. In Verona-Milan Orsato ha dovuto accettare l’aiuto di Aureliano per dare il giallo a Borini e il rosso a Suso. Damato, in Roma-Cagliari, ha dovuto togliere il giallo a Dzeko e concedergli il rigore dopo averlo punito per simulazione. Errore della coppia Gavillucci-Tagliavento che, in SampSassuolo, non ha punito una parata di Torreira sulla linea di porta. Inspiegabile. Disaccordo tra Pasqua e Maresca (Var) durante Benevento-Spal. Infine, vogliamo decidere quando un fallo di mano è da punire oppure è involontario?