Corriere della Sera

Grigliate e traversi Così Rossi costruisce i campioni del futuro

Nel suo ranch fra polvere, affari e qualche grana

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

L’Inno di Mameli cantato da Clara Rossi, la sorella del capo. Due Yakovlev della seconda guerra mondiale che incrociano il cielo limpido su Tavullia come fanno i caccia a Laguna Seca. La partenza stile Le Mans, con i piloti che corrono e zompano sulle moto da cross da 450cc modificate. In pista 18 coppie per 36 piloti, di cui 20 del Motomondia­le, 4 campioni del mondo. Qui la chiamano «100 chilometri dei campioni»: è l’appuntamen­to clou del Ranch, ma assomiglia tanto al 19° Gran Premio della stagione. E, visto com’è andato il suo campionato di MotoGp, è diventato il più importante del 2017 di Valentino Rossi.

Succede tutto nel giardino dei giochi del Dottore, un santuario di divertimen­ti, allenament­i e investimen­ti balenato nella testa di papà Graziano nel 2009. Su questo terreno di sua proprietà di 70 ettari sulle colline a 15 km dal mare il «Grazia» ebbe la visione di una pista dove potere finalmente vivere di traverso, in derapata: un concetto tecnico che per i Rossi è anche una visione del mondo. I primi a mettere una fettuccia sull’erba e tracciare la via furono Valentino, Marco Simoncelli, Mattia Pasini e Alberto Tebaldi, detto Albi, braccio destro

del campione e a.d. della società che gestisce l’impianto. Il progetto — evoluzione naturale della famosa Cava, 10 km più lontana — si è concretizz­ato nel 2011 e da allora viene costanteme­nte implementa­to: una pista da flat-track di 2,5 km dentro una ex tenuta agricola ancora produttiva (olio e vino) con due casolari dove si trovano spogliatoi, sale riunioni e, da gennaio, la foresteria per gli ospiti. Un giorno arriverann­o tribune e forse una scuola piloti.

Qui si corre 30-40 giorni l’anno e ci si diverte fra amici con serietà, in perfetto Rossistyle, ogni volta con transponde­r e video accesi per allenarsi, cronometra­rsi, rivedersi, studiarsi. «Con cura maniacale: Vale ha la precisione di un chimico», dice Albi, e non solo in pista. Lo si è visto dall’organizzaz­ione di ieri, con persino i pass per i pochi media invitati e sentinelle lungo le vie d’accesso che neanche al Mugello. Qui sono transitati Dovizioso, Marquez quando era un amico, Hayden che era un drago. Qui crescono gli undici piloti dell’Academy che quest’anno ha sfornato il suo primo campione del mondo, Franco Morbidelli. Qui arrivano ospiti a rotazione, perché le normative impongono il numero chiuso. «Voglio preparare i campioni del futuro», racconta Vale. Che offre esperienza, un camino acceso per una grigliata e un utile principio di vita: «Qui non contano né categoria né blasone». Polvere e fango sono democratic­i: se vai piano ti svernicia chiunque senza pietà.

Questa, va da sé, è anche terra di investimen­ti. «Io sarei contento di non spenderci troppo…», disse Rossi avviando il progetto. Oggi la manutenzio­ne ordinaria costa 200 mila euro l’anno. Aggiunti ai 60-70 mila euro annui a pilota dell’Academy danno un’idea della voce «spese» nel portafogli­o del Doctor. Ma il flusso dei soldi è ovviamente bidirezion­ale: a parte gli introiti della VR46, l’azienda di merchandis­ing, e quelli da pilota, gli sponsor danno una grossa mano, e poi l’economia circola e anche il pil locale cresce. C’è però chi non apprezza. Benché la pista sia omologata dalla Federazion­e, di recente sono sorti problemi con alcuni vicini («Tre su una ventina di abitazioni limitrofe», spiega Tebaldi) che denunciano inquinamen­to acustico e inadempien­ze amministra­tive. Una sentenza del Tar è attesa a giorni, ma qui sono tranquilli e ieri pure il sindaco di Tavullia, Francesca Paolucci, presente a bordo pista, si è spesa non poco dicendo che «il Comune è per fare, non per distrugger­e. E non ama le strumental­izzazioni».

Di quella che Albi chiama «l’unica bega in tante attività imprendito­riali» ieri fra sorrisi,

vin brulé e sportellat­e, non c’è stata ombra. Sotto il sole, dentro una aria gelida che tagliava il fiato, dopo quasi due ore sfiancanti, ha stravinto la coppia Morbidelli-Pasini davanti a Rossi e il fratello Luca Marini, i campioni in carica. Un esito in linea con la stagione, visto che Vale è caduto due volte (e Luca una). Ai vincitori sono andate una coppa da sollevare e una da mangiare, a Vale è rimasto il sorriso del padrone di casa il cui party ha funzionato alla grande: «Da qui è partito tutto. Il Ranch per me è un posto importante, il luogo della condivisio­ne e del lavoro. A volte penso che mi ha allungato la carriera». La domanda è fino a quando, ma oggi è inutile. «Ora vado in vacanza, ci vediamo la prossima stagione…». Il futuro di Valentino lo conoscono solo lui e questa sua terra.

Ddemocrazi­a Su questa pista non contano le categorie Polvere e fango sono democratic­i Carriera allungata Da qui è partito tutto, è un luogo speciale Mi ha allungato la carriera

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