Ok della Camera al piano Trump
Nella notte il voto al Senato. Il presidente pronto alla firma: «Rivoluzione fiscale, farà volare l’economia»
Il presidente Usa Donald Trump pronto a festeggiare la sua prima concreta vittoria legislativa: la riforma fiscale è passata alla Camera e, dopo l’esame del Senato, sta per arrivare alla Casa Bianca per la firma. Il taglio delle tasse priverà le casse federali di 1,5 miliardi di dollari in 10 anni: un’iniezione di liquidità pensata per spingere al 4% la crescita del Pil.
Donald Trump aspetta con la penna in mano. Nella notte la riforma fiscale era all’esame del Senato. Salvo sorprese dell’ultima ora, il provvedimento dovrebbe arrivare oggi alla Casa Bianca, per la firma finale del presidente.
Trump è impaziente: sarebbe il primo risultato legislativo concreto in un anno di amministrazione. Il taglio delle tasse, una promessa chiave nella campagna elettorale. Ora il presidente spera diventi la leva per il suo rilancio politico, in un contesto per lui complicato, tra il Russiagate e le recenti sconfitte elettorali in Virginia, New Jersey e, soprattutto, Alabama.
La manovra priverà le casse federali di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Soldi che resteranno nel circuito delle imprese e dell’economia. Un’ondata di liquidità che, nei piani del presidente, dovrebbe sospingere al 4% la crescita del prodotto interno lordo. Il trend sembra favorevole: negli ultimi due trimestri il pil è salito del 3,1 e del 3,3% e una percentuale simile è prevista per gli ultimi tre mesi del 2017. I più scettici, compresa la presidente della Fed, Janet Yellen, continuano a pensare che il taglio delle tasse non basterà per far correre l’economia al ritmo del 4%. Ma Trump è già all’attacco, via Twitter: «La Borsa e l’economia faranno molta strada, dopo che la riforma fiscale sarà apprezzata per il suo raggio d’azione e per la sua dimensione. L’aumento delle risorse da spendere avrà un grande impatto. Questo è il taglio delle tasse più grande di sempre. Godetevelo e create molti bei posti di lavoro».
La riduzione più netta riguarda gli utili di impresa: l’aliquota scende dal 35 al 21%, in modo permanente e a favore delle aziende di tutte le categorie e dimensioni. Le multinazionali potranno far rientrare i capitali negli Usa con la formula dello scudo fiscale, cioè versando un prelievo «una tantum» del 7,5% oppure del 14,5% se gli asset sono in contanti. Gli sgravi a favore delle persone fisiche, invece, varranno fino al 2025.
Intenso l’ultimo miglio del percorso parlamentare. Aspro dibattito alla Camera, con la contestazione di alcuni attivisti. Lo speaker Paul Ryan ha commentato il sondaggio diffuso dalla Cnn: il 55% degli interpellati è ostile alla rivoluzione tributaria. «Ridiamo soldi agli americani», dice Ryan. «Una truffa, un regalo ai più ricchi», risponde la leader dei democratici Nancy Pelosi.
Alle 14,30 (le 20,30 in Italia) la Camera dei Rappresentanti ha dato il via libera: 227 voti a favore, 203 contro. All’opposizione dei democratici si sono aggiunti dodici repubblicani.
Nell’altro ramo del Congresso, il senatore repubblicano Bob Corker, il frondista più critico, ha risposto piccato a un’insinuazione velenosa. Nel provvedimento è stata inserita una deduzione sui redditi da immobili commerciali, che favorirà anche Donald Trump e il genero Jared Kushner. Corker, che ha qualche proprietà nel suo Tennessee, ha scritto al collega Orrin Hatch, il relatore della legge, sostenendo di non saperne nulla. Hatch ha risposto che lo sgravio è da mesi nel testo, ma non va inteso come «un emendamento Corker».
«Una truffa, un regalo ai più ricchi» accusa la leader dei democratici Nancy Pelosi