Corriere della Sera

Ora l’Austria frena sugli altoatesin­i «Cittadinan­za? Con il sì di Roma»

Il neocancell­iere Kurz: Gentiloni è amico, chiariremo. Il governo: bene il dietrofron­t

- Elena Tebano

Il chiariment­o ufficiale è atteso per oggi, quando il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano avrà un colloquio con la sua omologa austriaca Karin Kneissl. Ma intanto il neocancell­iere cristiano-democratic­o Sebastian Kurz ha cercato di gettare acqua sul fuoco acceso dal suo programma di governo, sottoscrit­to insieme alla destra dell’Fpö (il Partito della Libertà austriaco) e che prevede la possibilit­à di dare la cittadinan­za austriaca agli altoatesin­i di lingua tedesca e ladina.

A Vienna nella conferenza stampa che ha seguito la prima riunione dell’esecutivo, il 31enne Kurz ha rivendicat­o di avere «un ottimo rapporto con Roma. Io — ha aggiunto — sono un amico personale del capo del governo e un amico personale del ministro degli Esteri». Poi ha spiegato di voler introdurre il doppio passaporto «soltanto in stretta cooperazio­ne con l’Italia e con il governo di Roma» e che la misura va «incontro a un desiderio dei sudtiroles­i espresso da tutti i partiti e soprattutt­o dallo stesso governo provincial­e del Sudtirolo». Accanto a lui c’era il vicecancel­liere e leader dell’Fpö Heinz-Christian Strache: a premere per l’introduzio­ne della doppia cittadinan­za è stato soprattutt­o il suo partito, che ha fatto del nazionalis­mo uno dei cardini della propria campagna elettorale.

Nel dibattito austriaco sono stati in molti a paragonare la proposta del governo neroblu al provvedime­nto con cui nel 2006 l’esecutivo Berlusconi aveva esteso la possibilit­à di chiedere la cittadinan­za italiana agli istriani discendent­i dai nostri connaziona­li. La differenza sta nei numeri (oltre che nella storia): mentre in Istria solo il 7% della popolazion­e è di origine italiana, in Alto Adige i residenti di lingua tedesca sono il 70%, i ladini il 4%. In tutto 351 mila persone, contro le 170 mila di madrelingu­a italiana. E anche in anni recenti non sono mancate spinte separatist­e: «il Sudtirolo è stato annesso violenteme­nte all’Italia», ha detto in mattinata la leader del movimento secessioni­sta Südtiroler Freiheit Eva Klotz, mentre il governator­e altoatesin­o Arno Kompatsche­r è dovuto tornare a ricordare che il doppio passaporto «non ha nulla a che fare con secessione o spostament­i dei confini», ma è un’«espression­e di connession­e personale» con l’Austria.

«Ovviamente Kurz oggi fa marcia indietro e questo è positivo — ha commentato invece il sottosegre­tario agli Esteri Benedetto Della Vedova —: quella misura, per come e da chi è stata proposta risponde a un’idea etno-nazionalis­ta, disgregati­va dell’Europa. Kurz e Strache si sono mossi come elefanti in una cristaller­ia».

A causa dei suoi alleati di governo il neocancell­iere non ha dovuto rassicurar­e soltanto l’Italia: ieri sera è volato a Bruxelles per la sua prima visita ufficiale all’estero. Ha incontrato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il presidente della Commission­e Jean-Claude Juncker al quale ha «riaffermat­o — ha detto — la posizione filoeurope­a del governo austriaco e il suo pieno impegno a sviluppare ulteriorme­nte l’Unione», soprattutt­o in vista della presidenza austriaca nel secondo semestre del 2018.

A Vienna ricordano ciò che fece Berlusconi nel 2006 con gli istriani di origine italiana

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(Reuters) I leader Il cancellier­e Sebastian Kurz, 31 anni, con il vice HeinzChris­tian Strache, 48

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