Alfio Caruso
Nel 1900, dopo l’omicidio del padre Umberto I, Vittorio Emanuele III incassò dai Lloyds l’assicurazione sulla vita del genitore (un milione di sterline, oltre 30 milioni di euro). La cifra fu lasciata presso la Hambro’s Bank di Londra, in virtù degli antichi rapporti con i Savoia. Allo scoppio del conflitto, il 10 giugno 1940, il re mantenne i soldi presso la banca. A differenza degli altri beni italiani, i denari di Vittorio Emanuele non furono confiscati, ma confluirono nel «Prestito per la Vittoria» acceso dal governo di Churchill per sconfiggere i nemici, tra i quali figurava l’Italia. Così i ragazzi italiani della generazione sfortunata furono mandati in guerra da un re, che contribuiva con i propri soldi a fabbricare le armi dalle quali sarebbero stati uccisi. Nel 1947 un giudice londinese rese disponibile l’intera somma, maggiorata dagli interessi del prestito, per il monarca e i suoi eredi a causa della mancata confisca. Fu infatti sentenziato che l’investimento di Vittorio Emanuele era da equiparare a quello di un qualunque cittadino britannico.
LA PROPOSTA DI KURZ
Caro Aldo, ho letto la notizia secondo la quale il nuovo premier austriaco Sebastian Kurz avrebbe preso l’impegno di valutare di concedere la doppia cittadinanza, in aggiunta a quella italiana, «a chi appartiene ai gruppi etnici di lingua tedesca e ladina del Sud Tirolo, per i quali l’Austria esercita una funzione di difesa sulla base dei trattati di Parigi». Leggendo questa traduzione sembrerebbe che la proposta sia riferita alla difesa dei gruppi etnici di lingua tedesca e ladina (difesa da chi?) e non come in realtà era contenuto negli accordi di Parigi del ’46 alla difesa e alla salvaguardia del bilinguismo italo/tedesco. La differenza non è di poco conto.
Gianni Nanino Caro Gianni, condivido la sua preoccupazione. Abbiamo lavorato molto, e speso altrettanto, per risolvere la questione altoatesina, o se preferisce sudtirolese; non abbiamo bisogno di un giovane cancelliere che soffi su un fuoco ormai spento.
lettere@corriere.it letterealdocazzullo @corriere.it
Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere
Non serve soffiare sul fuoco spento
«Perugia: atmosfera natalizia in una delle più belle città d’Italia». L’immagine ci è stata inviata da Claudio Mortini. (Inviate le foto, ovviamente scattate da voi, a questi indirizzi: lettere@corriere.it e su Instagram @corriere)
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