Il patto tra Allianz e Poletti per i liceali al lavoro (retribuiti)
Il ministro: vera innovazione. Apprendistato da 7 mila euro lordi annui
Con il primo anno di stipendi, Linda si è comprata un computer nuovo. Lisa si è regalata un viaggio, Giuseppe si pagherà l’iscrizione al primo anno di università. Linda, Lisa e Giuseppe frequentano l’ultimo anno di liceo a Milano: sono tre dei 60 ragazzi che lavorano con un regolare contratto di apprendistato part time per la controllata italiana del primo gruppo assicurativo europeo, il colosso tedesco Allianz.
Il loro percorso, un anticipo di vita da colletti bianchi per tre giorni al mese durante l’anno scolastico e più settimane consecutive d’estate, si chiama «Progetto dualità Scuola-lavoro» ed è stato riconosciuto come best-practice dal ministero del Lavoro. Ieri mattina Giuliano Poletti ha firmato nella Torre Allianz a Milano, con il direttore generale Maurizio Devescovi, il protocollo d’intesa sul progetto ispirato alla lunga tradizione di dualità per scuole superiori in Germania e che proprio dalla Camera di Commercio tedesca ha ottenuto un’importante certificazione.
I 60 studenti del quarto e quinto anno coinvolti(cinque le scuole tra licei e istituti tecnici pubblici e privati) sono impegnati per 3 giorni di formazione ogni mese durante l’anno scolastico e per alcune settimane d’estate. La retribuzione annua lorda è di 7 mila euro. Ai giovani, impiegati in tutti i settori, vengono riconosciuti, oltre ai contributi previdenziali, tutti i benefit di cui godono i dipendenti Allianz.
«Questo progetto incarna molto bene l’idea di collegamento tra la dimensione classica dell’istruzione e l’impresa», dice Poletti per il quale si tratta «di un ampliamento nell’apprendistato duale perché coinvolge anche i ragazzi dei licei, mentre finora era limitata agli studenti degli istituti tecnici e professionali».
Il modello è replicabile e anzi Devescovi si augura «che possa essere adottato da altre imprese. L’entusiasmo che questi ragazzi hanno portato è impagabile. E noi abbiamo modo di individuare talenti, finito il percorso non ci sono vincoli e molti proseguiranno per l’università. Ma io dico sempre: andate dove volete, tanto i più bravi li riprendiamo noi». La dualità per i liceali non è stata una mission impossible: «Abbiamo seguito tutti i passaggi previsti dalle norme sull’apprendistato introdotte da Poletti, non abbiamo dovuto inventarci niente. Insomma, si può fare e anzi si deve fare con l’obiettivo di restituire alla propria comunità di riferimento almeno una parte dei benefici ottenuti».
Il percorso, che prevede anche una fase di smart work, diventa infine materia di tesina per l’esame di maturità.
Il progetto Giuliano Poletti (al centro) con Maurizio Devescovi e gli studenti