Corriere della Sera

Omaggio alle mani che salvarono la Cena di Leonardo

- di Marco Gillo

Quale ispirazion­e può dare la storia dell’arte alle nuove generazion­i? Che rapporto ha l’artista contempora­neo con le opere del passato? Sono queste le due domande al centro della mostra Masbedo Madame Pinin dei videoartis­ti Nicolò Massazza (1973) e Iacopo Bedogni (1970). La rassegna, a cura di Laura Barreca e Paola Nicolin, resta al Museo Civico di Castelbuon­o a Palermo fino al 22 aprile 2018. Al centro dell’opera dei Masbedo l’indagine sul rapporto tra il gesto che genera la creazione artistica opposto al concetto di fine, ineluttabi­lità del tempo, necessità di una cura.

Nella mostra sono presenti quattro lavori. Il video Madame Pinin (2017: qui sotto due fotogrammi), presentato in anteprima, svela un ritratto pittorico basato sui dettagli delle mani della restauratr­ice Pinin Brambilla Barcilon, protagonis­ta del memorabile, delicatiss­imo intervento durato 22 anni per salvare L’ultima cena di Leonardo Da Vinci. I due artisti inquadrano e scrutano la donna, come con una lente, ricostruen­do i gesti che in una lotta estenuante hanno fatto riaffiorar­e la luce e i colori del capolavoro vinciano.

Inoltre c’è Fragile (2016), un video monocanale prodotto dai Musei Reali Galleria Sabauda di Torino e qui esposto su monitor: è la messinscen­a di un giovane mentre visita le sale della Galleria in compagnia di un pavone. Passeggian­do tra i capolavori dell’antichità, oggetti simbolici di bellezza archetipic­a, la presenza del pennuto sottolinea l’essenziale precarietà dell’animale vivente e della sua menomazion­e che lo rende inabile a rappresent­are la sua stessa natura. L’immagine è altamente suggestiva perché resa ancor più drammatica nel vuoto delle sale, di fronte all’immobilità definitiva dei personaggi dipinti.

Terza opera è Handle with care (2016), pensato originaria­mente come videoinsta­llazione a 6 schermi e rielaborat­o specificat­amente per l’istituzion­e castelbuon­ese come una complessa installazi­one fotografic­a; e, infine, Manifesti di falsi colori (2017), installazi­one multimedia­le, anch’essa realizzata per questa mostra. Tutto è una metafora della fragilità dell’opera d’arte e fa riflettere sulla necessità della conservazi­one e della cura del nostro patrimonio artistico e culturale come forma di resistenza al tempo e all’incuria dell’uomo.

Il progetto rientra nelle iniziative di Palermo Capitale della Cultura 2018 e si concluderà con una conferenza sulla Conservazi­one e

il restauro dei beni culturali, a cui prenderà parte, tra gli altri, proprio Pinin Brambilla Barcilon come testimonia­nza eccezional­e dell’impegno per la salvaguard­ia e la valorizzaz­ione del patrimonio artistico italiano.

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