Corriere della Sera

Tilli va veloce «Effetto doping irreversib­ile: era da radiare alla 2a positività»

- g. pic.

«Ivantaggi del doping sistematic­o, non la dose assunta una tantum cioè, sono irreversib­ili. Ci sono fior di analisi scientific­he che lo provano. Aumentano la cilindrata di un atleta. Se da una Cinquecent­o eri diventato una Ferrari, anche dopo la squalifica per doping rimani una Ferrari». Stefano Tilli, ex sprinter azzurro, oggi commentato­re Rai, è lo sguardo più acuto sull’atletica dei soliti sospetti. «E poi c’è l’effetto dipendenza...». Cioè? «Chi è abituato ad allenarsi sostenuto dalle sostanze non torna più indietro. Sei più forte, recuperi più in fretta, ti senti più potente, motivato e aggressivo: perché dovresti smettere? Si ricorda Ben Johnson?...». La sua opinione sul caso Gatlin? «Andava radiato dall’atletica alla seconda positività. Chiaro e semplice». Contro Dennis Mitchell, il coach indiziato di aver fatto uso di doping e di averne fornito a Gatlin, lei ha corso. «Come no, era soprannomi­nato Green Machine. E già allora si diceva che il doping viaggia anni luce avanti rispetto all’antidoping. La verità è che le istituzion­i dell’atletica se la cantano e se la suonano: eludere i test è facilissim­o». Secondo lei Gatlin (che il 10

febbraio compirà 36 anni) continuerà a correre come se niente fosse? «Oltre le medaglie e la gloria ci sono in ballo molti soldi. Perché rinunciare se non ci sono una positività e una squalifica che ti inchiodano? Gatlin ha una faccia di bronzo tale, che gli permetterà di rimettersi accucciato sui blocchi. E, purtroppo, anche d’oro».

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Ex Stefano Tilli, ex sprinter azzurro

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