Parla Fassone «Milan mai più un’umiliazione come a Verona Il ritiro serve»
MILANO Natale in ritiro è l’ultimo cinepanettone sugli schermi di Milano: peccato che non sia un film comico. «La partita di Verona è stata un’umiliazione» ha confessato ieri sera Marco Fassone (foto), ospite d’onore alla presentazione del libro di Carlo Pellegatti «Favole portafortuna per tifosi milanisti da 0 a 99 anni». «Domenica sera dopo la partita io, Mirabelli e Gattuso eravamo depressi. Poi lunedì abbiamo deciso che non esistevano i presupposti per festeggiare il Natale e neppure per far finta che non fosse successo nulla. Il ritiro di 4 giorni è un modo per capire il valore di essere il Milan» avverte l’ad. Musi lunghi (scontati) tra i giocatori per il castigo subìto. Se il campo regala più dolori che gioie, Fassone aspetta da Kakà un regalo. «Abbiamo parlato, prima di Natale ci sentiremo e vedremo se ci sarà la possibilità di far proseguire la favola». Un’altra storia, la soap Donnarumma, ha ancora il finale in sospeso: thriller o romantico? «Gigio mi ha rassicurato con il post su Instagram. E Raiola? Mi ha rasserenato pure lui». Fassone apre per il futuro a uno stadio di proprietà: «San Siro è un simbolo ma non ci permette di competere in un calcio moderno dove gli stadi rappresentano un valore fondamentale. Nel giro di 4-5 anni dobbiamo studiare cosa fare per essere competitivi». Difende una proprietà silenziosa e invisibile («non sentirete parlare il presidente: i cinesi hanno una filosofia diversa») e, nel giorno in cui l’Uefa ha sentito la Covisoc per recepire gli indici usati in Italia per garantire l’iscrizione delle squadre ai campionati così da utilizzarli nel settlement agreement, l’ad sulla mancata concessione del voluntary agreement spiega: «Ceferin ritiene che le sanzioni per i club che hanno sbagliato siano la strada corretta». Si parla di trionfi e vittorie del passato. «Speriamo non ci vogliano altri 99 anni».