Boom dei robot italiani
Ucimu: la produzione sale del 10,1% a 6,1 miliardi
Nel 2017 l’industria italiana di macchine e utensili, automazione e robot ha raggiunto e oltrepassato in termini di fatturato gli 8 miliardi di euro. La produzione è cresciuta del 10,1%. La Cina è il primo mercato di sbocco per i prodotti italiani (248 milioni di euro e +11,5%). Per il 2018 l’incremento dell’export è stimato in un +4,7%. Carboniero, presidente Ucimu-Confindustria: «L’imprenditoria italiana si è risvegliata».
Stiamo per archiviare il 2017 e possiamo dire tranquillamente che è stato un anno di svolta per la ripresa degli investimenti. Dopo gli anni della Grande Crisi che avevano concentrato le attenzioni degli imprenditori su ristrutturazioni e risparmi nel ’17 si è ripreso a guardare avanti. Un’affermazione così netta si giustifica in virtù dei dati forniti ieri dal presidente di Ucimu-Confindustria, Massimo Carboniero. Si potrà e dovrà discutere se il ritorno all’investimento sia dovuto prevalentemente all’utilizzo degli incentivi previsti dal Piano Industria 4.0 oppure siamo in presenza di un mutamento più profondo, intanto però più di qualcosa si è mosso. Spiega (e brinda) Carboniero: «L’imprenditoria italiana si è risvegliata. Hanno comprato macchine e robot i grandi gruppi che già hanno al loro interno sistemi interconnessi ma si stanno mettendo in gioco anche le Pmi. Stanno ripensando i loro sistemi produttivi e hanno cominciato rinnovando il parcomacchine. Dobbiamo confidare che questa tendenza continui non solo nel ’18 ma anche negli anni successivi».
Esauriti i giudizi di sintesi passiamo ai tanti dati che riepilogano il ’17, comprese le stime sul quarto trimestre ancora in corso. L'industria italiana di macchine utensili, automazione e robot ha raggiunto e oltrepassato in termini di fatturato gli 8 miliardi di euro, la produzione è cresciuta del 10,1%, le consegne sul mercato interno del 16,1%, il consumo del 13,8% e le esportazioni del 5,8, la bilancia commerciale ha fatto segnare +1,6%. Il trend positivo proseguirà per tutto il 2018: la produzione dovrebbe salire ancora di un altro 6,2%, l'export del 4,7%, il consumo dell'8,2%. In estrema sintesi tra consuntivi e previsioni l'Ucimu parla di un mercato interno estremamente vivace e di un export che è ripreso in maniera significativa. Le aziende italiane di automazione viaggiano da mesi e mesi sopra l’80% della loro capacità produttiva e vantano tra i 6 e i 7 mesi di saturazione degli ordini. Per quanto riguarda le vendite incentivate da Industria 4.0 un terzo è pura sostituzione di vecchi macchinari, mentre due terzi è rappresentato da macchine e sistemi interconnessi/digitalizzati.
La novità in materia di export riguarda la Cina diventato il primo mercato di sbocco (248 milioni di euro e +11,5%) a scapito di Germania e Usa. «Le loro aziende coinvolte nel Piano China 2025 — sostiene Carboniero — stanno sostituendo lavoro manuale con automazione. Le imprese nazionali realizzano per lo più macchine standard mentre noi siamo in grado di esportare soluzioni ad hoc per il cliente grazie all'indiscussa capacità tecnologica. E quindi risultiamo complementari». Ma non c'è il rischio che lo sforzo finanziario che sta dietro China 2025 preveda uno shopping a tappe forzate delle migliori imprese italiane? «Per quello che vedo i cinesi oggi cercano partner europei che li aiutino a modernizzarsi — risponde il presidente Ucimu — e quindi auspico la massima collaborazione. L’Asia è prima di tutto una grande opportunità per il made in Italy».