Corriere della Sera

Il partito è in ebollizion­e Non solo la minoranza

- di Monica Guerzoni

Andrea Orlando vola a Malta lasciando ai suoi l’input di «non sparare sulla barca che affonda». Il siluro che ha preso in pieno la già barcollant­e caravella del Pd si chiama Marco Carrai, l’uomo che Renzi voleva a capo della cybersecur­ity di Palazzo Chigi. La notizia della mail di «Marchino» a Ghizzoni accende i fari sul «giglio magico», seminando sconcerto tra i renziani. E se Lega e M5S gridano «Boschi a casa», il Pd è una pentola a pressione. Per evitare che esploda, Ettore Rosato taglia il filo d’acciaio che lega il segretario all’imprendito­re fiorentino: «Carrai non ha niente a che fare con il Pd». Alessia Morani e Davide Ermini siedono su un divano del Transatlan­tico, gli occhi puntati sugli smartphone. «Carrai? Aspettiamo», geme il responsabi­le Giustizia. E la collega, già provata per aver fatto l’alba in Commission­e bilancio: «Sì, aspettiamo la nota di Marco». È opportuno che Boschi sia candidata? «Non so se sarò in lista io, come posso occuparmi degli altri?». Marco Di Lello è convinto che la Commission­e banche sia stata «un clamoroso boomerang». Ettore Rosato sembra rassegnato al peggio: «Si parla del Pd solo per parlare di banche, ma ormai di fronte a questa campagna mediatica non possiamo che arrenderci». E invece la minoranza rilancia. Michele Emiliano preme perché Renzi lasci, per scongiurar­e la sconfitta del Pd e la «dissoluzio­ne» del centrosini­stra: «La responsabi­lità è dei suoi amici più stretti che lo hanno costretto ad andare avanti per tornaconto». Orlando chiederà una direzione «per fare chiarezza». E Gianni Cuperlo pensa che solo un passo indietro della sottosegre­taria potrebbe allentare la morsa: «Emerge che non vi sono state pressioni, tuttavia esiste un tema di opportunit­à e sensibilit­à». Il passo indietro, appunto. Nell’area di Orlando, sia pure ufficiosam­ente, lo invocano tutti. «Siamo molto allarmati — ammette Cesare Damiano —. È un piano inclinato che scivola sempre più in basso». Adesso l’allarme suona forte anche al Nazareno. «Boschi è diventata una zavorra, speriamo che a gennaio dica che non si candida», sussurra un renziano. Ma nel «giglio magico» temono che «se Boschi lascia crolla tutto». E così, conferma Rosato, la sottosegre­taria correrà ad Arezzo, perché «non ha commesso alcun reato».

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