Corriere della Sera

«I miei cambi di casacca sono coerenti: limiti sbagliati»

- D. Mart.

L’avvocato Ciro Falanga è un senatore campano che ha una certa dimestiche­zza con i cambi di casacca. La sua vuole essere «un’interpreta­zione autentica» del divieto di mandato imperativo stabilito dall’articolo 67 della Costituzio­ne: «Con coerenza, ho lasciato il gruppo di Forza Italia e sono andato con quello di Denis Verdini quando il mio partito ha cambiato rotta...». In realtà, Falanga è prima passato ai Conservato­ri e riformisti italiani e poi all’Alleanza Liberalpop­olare Autonomie (Ala).

Ma andiamo con ordine, lei è stato eletto con il Popolo della Libertà-Forza Italia.

«Sì, e sono rimasto nel gruppo finché Berlusconi ha mantenuto in vita il patto del Nazareno con il Pd. Eravamo favorevoli alla riforma costituzio­nale e insieme a Renzi abbiamo imboccato la strada delle riforme liberali. Chi più di Renzi ha interpreta­to le proposte care a Berlusconi, come l’elevamento del tetto per il contante a 3 mila euro, le tasse sulla prima casa e il Jobs act?».

Il nodo del Misto «Alla fine si creerà un maxi gruppo Misto che sarà ingovernab­ile e inaffidabi­le»

Poi il patto del Nazareno si è dissolto e Forza Italia è finita all’opposizion­e.

«Io nel patto del Nazareno ci credevo e a quel punto ho creduto di seguire Denis Verdini».

E al Senato siete diventati una «stampella» del governo di centrosini­stra.

«Molte fiducie non le abbiamo votate, e su ogni provvedime­nto abbiano fatto le nostre valutazion­i».

Ora però, con il nuovo regolament­o tutto questo non sarà più possibile.

«A parte il fatto che io penso di non essere ricandidat­o, questa norma sui gruppi l’avrei evitata perché va a limitare la libertà di mandato del parlamenta­re. Finirà che si creerà un gruppo Misto molto grande e carico di problemi. Se le cose andranno in un certo modo il Misto diventerà ingovernab­ile e inaffidabi­le».

Lei, però, ha votato a favore del nuovo regolament­o.

«La norma contro i nuovi gruppi l’ho metabolizz­ata perché negli altri articoli si snelliscon­o non poco i lavori delle Commission­i e dell’Aula. Per cui, nel complesso, hanno prevalso di più gli aspetti positivi su quelli negativi».

Calderoli della Lega ha detto che il regolament­o è stato approvato perché Renzi e la sottosegre­taria Boschi «erano assenti».

«Ecco, il relatore poteva evitare questa battuta di cattivo gusto».

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