False coop, la stretta che serve
Caro direttore, a parte le guerre puniche, le cooperative, in questi ultimi anni, sono state accusate di tutto. Tra le ultime quella di essere una delle frontiere del caporalato e sfruttare i lavoratori. Azione criminale di cui, molto spesso, sono protagoniste le false cooperative. Quelle imprese corsare che applicano contratti pirata con cui tagliano il costo del lavoro fino al 40% e, a volte, impiegano personale in nero. Quelle apri e chiudi che nascono di notte negli studi di alcuni professionisti per poi cambiare denominazione di lì a breve e sfuggire ai controlli. Stimiamo che siano 100.000 i lavoratori di cooperative che operano in un’area grigia di mercato. In condizioni analoghe troviamo 3.000.000 di lavoratori tra società individuali, srl, spa, snc, ma non ne parla nessuno. Quello delle false cooperative è un abuso che contrastiamo da anni. Insieme a Cgil, Cisl e Uil abbiamo promosso diverse iniziative di contrasto. In primis, il protocollo del 2007, con Ministero del Lavoro e Ministero dello Sviluppo Economico che ha portato alla nascita di oltre 100 osservatori provinciali per orientare l’attività ispettiva contro le false coop. Abbiamo fatto di più raccogliendo oltre 100.000 firme per promuovere una proposta di legge di iniziativa popolare per serrare i controlli sulle cooperative non aderenti. Un ddl «entrato» in Parlamento 18 mesi fa, nel quale chiediamo cose semplici, ma efficaci. Non ci aspettiamo che siano solo le istituzioni a risolvere i problemi. Noi proponiamo soluzioni, è questo il nostro concetto di rappresentanza. Abbiamo provato a dare una mano al legislatore, proponendo in concreto misure severe nei confronti delle cooperative. Quale altro settore lo fa? Mentre i 3.000.000 di lavoratori impiegati in un cono d’ombra lo richiederebbero, ma nessuno chiede di stringere i controlli sul proprio «mondo». La legislatura volge al termine. Non vorremmo che questo parlamento rischiasse di essere complice delle false cooperative. Sarebbe l’ennesima occasione mancata. Speriamo in un positivo colpo di coda.