Corriere della Sera

Della Valle, apre la fabbrica di Arquata «Promessa mantenuta, altri seguano»

Gentiloni: un territorio colpito così gravemente riparte dal lavoro. Cento le assunzioni

- DAL NOSTRO INVIATO

(Ascoli Piceno) ARQUATA DEL TRONTO «Cosa possiamo fare per voi? Magari un centro anziani...», disse Diego Della Valle al sindaco di Arquata, Aleandro Petrucci, nel loro primo incontro, avvenuto in tendopoli. Era fine agosto del 2016: il numero uno di Tod’s, innamorato della sua terra, voleva rendersi utile in qualche modo, dopo le scosse tremende che avevano messo in ginocchio l’Italia centrale. Il sindaco Petrucci, allora, azzardò. E racconta oggi che la risposta, quel giorno, gli venne senza pensarci: «Apra una fabbrica qui da noi, signor Della Valle, anche piccolina...». Mister Tod’s l’ha fatto.

Una fabbrica che apre è sempre una bella notizia: «Abbiamo mantenuto la promessa», dice il patron, mentre compra l’agnello per Natale da Emanuele e Alessandro Petrucci, i macellai di Arquata, che hanno riaperto il negozio solo da pochi mesi. Individuat­a l’area, in meno di un anno Della Valle ha fondato la nuova fabbrica. E non è nemmeno piccola: duemila metri quadrati sulla via Salaria; 10 milioni di euro d’investimen­to; 50 giovani del territorio, uomini e donne, tra i 21 e i 40 anni, assunti e altri 50 che seguiranno quando l’impianto funzionerà a pieno regime. Nella settimana di prova, prima del vernissage, qui è già nato l’ultimo modello della scarpa iconica: il gommino mocassino rosso con la scritta «Arquata» stampata sulla soletta. Ora pronto per i negozi.

Per il taglio del nastro, ieri, è arrivato il premier Paolo Gentiloni da Roma: «Questa fabbrica non è solo un simbolo straordina­rio, ma è uno stabilimen­to che ci dà una carica di ottimismo — ha detto il premier — perché un territorio colpito così gravemente può ripartire in tanti modi ma riparte innanzitut­to dal lavoro». Il sindaco di Arquata racconta che altri imprendito­ri si erano fatti vivi: «Ma aspettavan­o che facesse tutto lo Stato, quando hanno capito che non era così, si sono dileguati. Della Valle è l’unico ad averci messo i soldi suoi...».

«Io ho molti amici imprendito­ri generosi — sospira il presidente di Tod’s, mentre posa coi suoi operai per la foto ricordo — Ecco, basterebbe­ro altre dieci aziende qui sul territorio per ridare alla gente un motivo per tornarci». E non è retorica, basta parlare con i neo-assunti di Tod’s, ragazzi e ragazze che vengono dalle frazioni disastrate: «Dopo il terremoto del 2016 i miei genitori, Italo e Marina, non avevano più i soldi per farmi studiare agraria — racconta Federico Palaferri, 22 anni, di Spelonca, addetto al montaggio delle scarpe— A settembre, col primo stipendio da tirocinant­e, mi sono potuto pagare le tasse universita­rie a Teramo».

«La fabbrica per noi vuol dire speranza per il futuro — conclude Giordano Bertoni, 27 anni, di Novele — Se penso al Natale scorso, passato da sfollato insieme alla mia famiglia in un albergo di Porto d’Ascoli, oggi mi vengono i brividi. Quest’anno sarà un Natale diverso. Un Natale con il lavoro e con la casa nuova, perché i miei genitori, Francesco e Gisela, hanno deciso di comprarla ad Acquasanta. Finalmente siamo tornati». Fabrizio Caccia

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