Il governo francese blocca l’asta dei manoscritti di de Sade e André Breton
PARIGI La prima asta della tormentata collezione Aristophil si è tenuta ieri e i 18 mila risparmiatori truffati dal «Madoff dei manoscritti» Gérard Lhéritier sperano così di recuperare almeno una parte dei loro investimenti. Il primo lotto ha raccolto in totale 3 milioni di euro grazie, tra gli altri, al manoscritto di Ursule Miroüet di Balzac aggiudicato a un milione e 170 mila euro, o la lettera di Napoleone a Giuseppina Bonaparte arrivata a 280 mila euro invece dei 60 mila stimati. Non hanno però partecipato all’asta i pezzi più pregiati e attesi, il manoscritto autografo di Le 120 giornate di Sodoma o la scuola di libertinaggio del marchese de Sade e i manifesti del surrealismo di André Breton, perché il governo francese ha deciso di dichiararli «tesori nazionali» per impedirne la possibile vendita all’estero. Sarà il ministero della Cultura a comprare, a un prezzo giudicato di mercato, i manoscritti. L’opera di Sade, scritta su un unico rotolo di carta per poterla nascondere meglio mentre era prigioniero alla Bastiglia, è valutata dai quattro ai sei milioni di euro. Il manoscritto venne terminato nel 1785 e si perse dopo la presa della Bastiglia nel 1789 e il trasferimento di Sade a Charenton. Venne acquistato dalla società Aristophil nel 2014, che funzionava sulla base della truffa nota come «piramide di Ponzi».