Hirscher e Shiffrin, i due cannibali Così riscrivono la storia dello sci
Quaranta e cinquantadue. Sono le vittorie nella Coppa del Mondo di Mikaela Shiffrin (prima nello slalom di Kranjska Gora) e dell’austriaco Marcel Hirscher, che ad Adelboden ha risposto nella stessa specialità alla fuoriclasse statunitense. Bisogna prendere atto che esiste una Coppa a parte (con tutti gli altri concorrenti) e una manifestazione riservata a due atleti che riscriveranno la storia dello sci.
Questione di tempo, per giunta poco. Mentre Hirscher è in rotta, nonostante l’infortunio estivo a un malleolo, per la settima coppa assoluta (nessun altro come lui, in tal caso), la Shiffrin, appena 22 anni e già con la bacheca debordante, è alla settima vittoria nelle ultime otto gare in tutte le discipline (solo la Brignone, a Lienz in gigante, le ha tolto la gioia del primato. Domani a Flachau potrebbe già prendersi la coppetta dello slalom, per poi completare la stagione — senza dimenticare la caccia grossa ai Giochi — con la riconquista del trofeo generale e l’attacco al record di 2.414 punti di Tina Maze, primato assoluto. Si parla della Vonn, che sorpasserà le 86 vittorie di Ingemar Stenmark? Forse si dovrebbe parlare di più di Mikaela.
Di fronte a numeri e fatti, occorre capire meglio la fenomenologia dei due cannibali. Mikaela e Marcel hanno in comune la voglia di provarci sempre e un’educazione al sacrificio che si riconduce al padre nel caso dell’austriaco e alla madre in quello della yankee. Ellen, mamma di Mikaela, faceva sciare la figlia in casa già a 3 anni. E poi le ha inculcato una teoria secondo la quale occorrono 10 mila ore di pratica per riuscire in qualsiasi cosa tu faccia. Impossibile nello sci: la Shiffrin ha calcolato che il tempo in seggiovia demolisce le medie, per cui sfrutta ogni attimo, anche dal traguardo agli impianti, per fare curve. Ossessione? Sicuro. Ieri, tra l’altro, dopo aver inflitto nella prima manche super-distacchi, non ha esitato a rivedersi in un passaggio dove aveva sbavato. È lo stesso approccio di Hirscher e di papà Ferdinand, che gli sceglie gli sci. Le figure dominanti dei genitori forse spiegano anche la ritrosia di entrambi all’eccessivo clamore mediatico. Hirscher non ama parlare di settima coppa in arrivo («Le statistiche servono a Wikipedia») e di leggenda («No, sono uno che scia»). La Shiffrin, a differenza della Vonn, non «buca» le platee perché non ha ancora imboccato certe vie, incluse quelle del gossip. Ora è fidanzata con il gigantista francese Faivre. Mathieu dovrà fare i conti con una mamma (suocera?) insostituibile: «Non riesco a immaginare un momento in cui lei non sarà con me», dice Miki. Accontentiamoci allora di due sciatori senza pari.
Provocazione: visto che la Vonn vuole confrontarsi con i maschi, perché non provare a far gareggiare la Shiffrin contro Hirscher?