Volti noti in prima fila nei collegi La linea Di Maio agita i «peones»
La scelta di «nuovi profili» per l’uninominale L’ala ortodossa protesta Le critiche di Berlusconi a chi sostiene i 5 Stelle: sono gli utili idioti di Lenin
Una pentola in ebollizione. MILANO La temperatura all’interno dei Cinque Stelle mentre si avvicina il countdown per le Parlamentarie si sta surriscaldando. La tensione al gruppo torna alta, anche se — più per una questione di diplomazia in vista del voto — la maggior parte dei malpancisti rimane silente in attesa. A far discutere è (ancora) la presenza in lista di esponenti esterni al mondo dell’attivismo pentastellato. I candidati della società civile correranno in molti casi sia per i collegi uninominali sia per il listino plurinominale «rischiando di escludere molti militanti che si sono spesi per anni», spiega un pentastellato. L’ala ortodossa è in fermento e un sms di Luigi Di Maio inviato domenica agli eletti ha avuto la conseguenza di alimentare i malumori. «Secondo il nostro Statuto non è escluso che si possa candidare nei collegi uninominali chi è già candidato nei collegi plurinominali — scrive il candidato premier del Movimento —, ma è chiaro che ogni nuovo profilo che si candida nell’uninominale serve a far crescere il consenso nel collegio plurinominale». Tradotto: i volti noti aumentano indirettamente il peso politico dei Cinque Stelle.
Parole che suonano come una eresia per i falchi che si sfogano. «Etichettavamo i nomi noti usati da altri partiti — vedi Grasso per il Pd — come “foglie di fico”, deridendole in Parlamento e sul blog. Ora con Di Maio ne andiamo letteralmente a caccia», racconta un ortodosso all’Adnkronos. In realtà, il messaggio inviato da Di Maio è più che altro un appello per i collegi uninominali a far «pervenire i curriculum e i profili di quelli effettivamente intenzionati a candidarsi». Un invito a «un lavoro di squadra». «Siamo chiamati ad interpretare questa legge elettorale con un po’ di strategia — afferma il candidato premier del Movimento — ed è per questo che ho fatto un appello pubblico a tutti coloro che vogliono partecipare a questa grande occasione di cambiamento».
E proprio sulla strategia per gli uninominali si gioca una fetta importante della campagna elettorale dei Cinque Stelle. Il Movimento viene accreditato già di ipotetici buoni risultati nelle isole e in zone sparse del Centro Sud. Ora i pentastellati mirano a puntellare con candidature di peso le zone in cui sono già dati in vantaggio e a rafforzare le aree dove possono contendere seggi ai dem. Ecco allora un piano meticoloso per cinque Regioni: Sicilia, Campania, Lazio, Puglia e Toscana, zone in cui il Movimento è già competitivo. Particolarmente intensa potrebbe essere la campagna nel Centro Italia: i Cinque Stelle vogliono rosicchiare terreno e sono pronti a una campagna sul territorio «palmo a palmo». «L’ultimo mese saremo tutti in campo», dicono i pentastellati. Non a caso, proprio ieri Alessandro Di Battista ha annunciato il suo tour: «Il 1° febbraio mi metterò in cammino. In camper girerò tutta l’Italia. Sento di doverlo fare, il fatto di non essere candidato per me non cambia nulla». L’idea che circola è quella di schierare stavolta i volti noti del Movimento in contemporanea in diversi luoghi d’Italia, in modo capillare: un ritorno in massa nelle piazze per una campagna «porta a porta».
Sui collegi uninominali, intanto, si scatena la bagarre politica. «Se davvero alcune figure della cultura, dell’economia, dell’impresa non se ne rendessero conto, e pensassero di usare i grillini per trarne qualche vantaggio — dice Silvio Berlusconi in una intervista al Foglio —, rischierebbero di fare la parte di quelli che Lenin chiamava “utili idioti”, da usare e poi da eliminare». «I partiti che oggi già cantano vittoria presto capiranno di aver fatto i conti senza l’oste», replica Di Maio via blog. E attacca chi dice di «voler cancellare la legge Fornero». «Ma chi l’ha votata questa legge? Proprio Berlusconi e la Meloni che ora promettono di abolirla», chiosa.
Nel frattempo, proprio mentre crescono le tensioni tra gli ortodossi, il loro leader, Roberto Fico, rompe il silenzio per annunciare la sua candidatura alle Parlamentarie: «Sento che questo percorso non è concluso e il cerchio deve ancora chiudersi».
Fico in corsa Il big si candida alle Parlamentarie: «Il cerchio deve ancora chiudersi» Il ritorno di «Dibba» Alessandro Di Battista annuncia un tour in camper: non importa se non sono candidato