Premi al cinema indipendente e più creativo
C’è un filo rosso che lega i film premiati ai Golden Globe, ed è il loro non essere prodotti dalle major di Hollywood. Come se la stampa estera avesse voluto ricordare ai colleghi americani l’importanza di un cinema capace di stare lontano dalle lusinghe ma anche dagli obblighi dell’industria dei blockbuster. Specialmente ora che con l’acquisizione della Fox da parte della Disney il futuro sembra meno roseo per le produzioni «innovative» (le virgolette sono d’obbligo quando si parla di film che costano tra i 10 e i 20 milioni di dollari). Come sono appunto Tre manifesti a Ebbing,
Missouri (miglior film e miglior attrice drammatica, miglior attore non protagonista, miglior sceneggiatura) e The Shape of Water (miglior regista) entrambi prodotti da Fox Searchlight, la società controllata sì dalla Fox ma che finanzia solo film «piccoli» e «sperimentali» e il cui futuro sembra seriamente a rischio dopo l’arrivo di Disney, la cui politica di investimenti si è indirizzata su megaproduzioni «sicure», cioè scontate e prevedibili. Per non parlare degli altri film che hanno avuto dei riconoscimenti - Lady
Bird (miglior film e attrice nella categoria commedia), The Disaster
Artist (miglior attore di commedia), L’ora più buia (miglior attore drammatico) o I, Tonia (miglior attrice non protagonista) - tutti finanziati da piccole case di produzione indipendenti. È il cinema che preferiamo e che, non a caso, raccoglie premi anche in Europa (a Venezia
The Shape of Water ha vinto il Leone d’oro e Tre
Manifesti quello per la sceneggiatura), un cinema capace di percorrere strade originali e di proporre idee innovative. È il cinema più creativo e più sorprendente, l’unico grazie a cui i nuovi registi (e anche i «vecchi» meno corrivi) possono sperare di crescere e di imporsi. Per questo quello che arriva dai Golden Globe è un messaggio importante, almeno quanto il black
dress con cui le attrici hanno voluto rivendicare dignità e rispetto, due requisiti che rischiano di restare parole vuote se poi quelle stesse attrici sono costrette a interpretare personaggi vuoti o, peggio, retrivi.