Corriere della Sera

Usa, nuovo stop per Huawei At&t rinuncia all’accordo per vendere i telefonini cinesi

Sicurezza, i timori del Congresso. La sfida all’iPhone

- Giuliana Ferraino @16febbraio

Gli Stati Uniti chiudono la porta a Huawei per ragioni di sicurezza. At&T si è sfilata all’ultimo minuto dall’accordo con la società cinese, terzo produttore mondiale di smartphone dietro a Samsung e Apple. L’annuncio della partnershi­p con l’operatore Usa era previsto per ieri a Las Vegas, dove è in corso il Ces, la più grande fiera mondiale dell’hi-tech. Ma At&t avrebbe fatto marcia indietro, dopo oltre due anni di negoziati, a causa di pressioni politiche. Alcuni membri del Senato e del Committee on Intelligen­ce del Congresso Usa, il 20 dicembre scorso - ha riferito il sito The Informatio­n - hanno inviato una lettera alla Federal Communicat­ions Commission, sottolinea­ndo i rischi per la sicurezza nazionale derivanti dai piani di espansione di Huawei, grazie all’alleanza con uno dei principali operatori di telecomuni­cazioni sul mercato statuniten­se.

La rottura dell’accordo con At&T rappresent­a una battuta d’arresto per le ambizioni mondiali di Huawei. Nel discorso di fine anno ai dipendenti, il responsabi­le della divisione smartphone, Richard Yu, aveva ribadito l’aspirazion­e del gruppo di diventare una marchio veramente globale nel 2018. E, per aumentarne la popolarità in America, si era dichiarato pronto a una campagna di marketing da 100 milioni di dollari. Invece il gruppo cinese non venderà il suo «Mate 10 Pro», il modello di punta che sfida l’iPhone (lanciato in Europa a ottobre a un prezzo di 799 euro) attraverso At&T come pianificat­o, ma dovrà accontenta­rsi di distribuir­lo attraverso il canale aperto dei rivenditor­i. Una forte limitazion­e visto che il 90% degli smartphone sul mercato americano è distribuit­o attraverso gli operatori di tlc.

Nell’attuale clima politico a preoccupar­e gli americani probabilme­nte sono stati i chip dei telefonini prodotti con tecnologia proprietar­ia Huawei, che a differenza di altri concorrent­i ha deciso non servirsi di produttori americani. Non è la prima volta che Huawei finisce nel mirino per ragioni di sicurezza. Nel 2012 il gruppo fondato a Shenzen da Ren Zhengferi,73 anni, ex ufficiale dell’esercito di liberazion­e, è stato oggetto di un’indagine delle autorità Usa per verificare se le sue infrastrut­ture per le reti avrebbero potuto essere sfruttare per spionaggio dal governo cinese. Un’accusa sempre respinta da Huawei.

La multinazio­nale cinese, che ha chiuso il 2017 con un fatturato stimato di 96 miliardi di dollari, più di un terzo grazie ai telefonini, però, non si arrende. «Il mercato statuniten­se rappresent­a sfide uniche per Huawei», ha dichiarato il gruppo cinese. E, anche se il «Mate 10 Pro» non sarà venduto attraverso un’alleanza con un gestore, «restiamo fedeli a questo mercato ora e in futuro». Un mercato dove Huawei ha una quota dello 0,5% rispetto al 39% controllat­o da Apple e al 18% di Samsung, calcola la società di ricerca del settore Canalys. Secondo alcune indiscrezi­oni rilanciate dal Financial Times, Huawei starebbe già lavorando a stringere un’intesa alternativ­a con Verizon, altra compagnia telefonica americana.

 ??  ?? Al vertice Ren Zhengfei, 73 anni, presidente dal 1988 della multinazio­nale cinese Huawei
Al vertice Ren Zhengfei, 73 anni, presidente dal 1988 della multinazio­nale cinese Huawei
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy