I fascisti, Pinochet e una famiglia in fuga
Idiciassette anni di feroce dittatura di Pinochet in Cile rivissuti nelle email di nonna e nipote, in una famiglia scappata prima dai pogrom in Russia per rifugiarsi in Italia, poi ancora in fuga dalle leggi razziali fasciste e precipitata nell’inferno di Pinochet. È L’acrobata di Laura Forti con l’inventiva regia di Elio De Capitani (Elfo).
Un interessante spettacolotestimonianza dall’andamento documentaristico-narrativo, a tratti un po’ pesante e ripetitivo, una «lezione» di Storia tenuta da libertari acrobati della vita da reinventare a ogni cambio di Nazione, a ogni fuga: da nonno Juliusz, De Capitani in suggestivi filmati, alla figlia nata in Italia e divenuta scienziata in Cile, al figlio di lei avvolto nel mistero, infine al nipote «pagliaccio» dal naso rosso, che vuole capire chi era suo padre e poter scegliere la gioia. Lo conoscerà: un uomo morto per la libertà.
Cristina Crippa tratteggia con sicurezza un donna che cerca rifugio al dolore e all’insensatezza, nell’esattezza della scienza. Alessandro Bruni Ocaña ben risolve il tenero e solido clown-nipote, così come il padre rivoluzionario.
Reali fatti, parole, persone di riferimento, e in un gioco di specchi di verità, il particolare diventa la Storia.