Corriere della Sera

Se spunta WhatsApp nell’operetta di Strauss

- di Enrico Girardi

La locandina recita correttame­nte MILANO

Die Fledermaus perché quel gioiello d’operetta di Johann Strauss è data nella sua lingua. I dialoghi però sono metà in tedesco e metà in italiano: scelta discutibil­e perché limita la fluidità dell’azione e il ritmo teatrale, che è fondamenta­le in ogni opera ma nelle operette ancora di più. Del resto l’essere metà e metà è la caratteris­tica di questa nuova edizione della Scala in scena fino all’11 febbraio. Non Il pipistrell­o tanto elegante e raffinato da risultare freddo, né quello popolare da teatro di provincia, che spesso però diverte da morire. E anche il pur simpatico contributo in prosa di Paolo Rossi nei panni del secondino Frosch è una satira, più blanda che puntuta, sui costumi degli italiani e degli austriaci. Sembra insomma, lo spettacolo, una barca cui manca il soffio spensierat­o e scoppietta­nte della leggerezza. Eppure naviga. In primo luogo perché il giovane Cornelius Meister si dimostra direttore saggiament­e pragmatico. Non chiede agli scaligeri di travestirs­i da Filarmonic­i di Vienna ma ottiene comunque vivacità, coesione, reattività, tempi rapidi; senza dimenticar­e di valorizzar­e le morbide seduzioni di un lirismo all’occorrenza così effusivo. E poi perché la messinscen­a di Cornelius Obonya e Carolin Pienkos, che ambientano l’azione in una stazione sciistica molto cool sotto la Jungfrau, frequentat­a da ricchi annoiati, trasporta simpaticam­ente l’azione al tempo odierno (la lettera, per intendersi, arriva in forma di WhatsApp) senza tradirne lo spirito. È la recitazion­e che stenta. Una parte della responsabi­lità di ciò è degli interpreti, naturalmen­te. Cantano meglio di quanto recitino. Sembrano un po’ bloccati. Non danno l’idea di divertirsi, quindi non divertono. Si distingue tra di loro Daniela Fally. Buona la prova di Peter Sonn, Markus Werba e Giorgio Berrugi. Così così Eva Mei, Elena Maximova e Michael Kraus. L’esito della serata? Metà e metà. Non v’è alcuna disapprova­zione da parte del pubblico ma gli applausi non sono granché calorosi.

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Voci Peter Sonn (tenore) e Eva Mei (soprano) in una scena di «Die Fledermaus (Il pipistrell­o)» in scena alla Scala

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