Un programma d’urgenza garantisce gli iperimmunizzati
Esiste anche un programma nazionale studiato per chi ha un sistema immunitario iper-reattivo. In pratica, si offre un programma di urgenza dedicato. «Ci sono persone che sono più difficilmente trapiantabili — spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Cnt — perché sviluppano anticorpi contro gli antigeni Hla (proteine specifiche di superficie delle cellule ndr) di altre persone. Può accadere dopo un trapianto andato male per cause immunologiche. Ma ci si può tuttavia immunizzare anche con le trasfusioni o dopo una gravidanza».
Trovare un donatore comdi patibile in questi casi diventa perciò un’impresa, così i pazienti iperimmuni sono costretti a rimanere a lungo in lista di attesa. Come si può ovviare?«Allarghiamo la ricerca a tutta l’Italia — risponde Nanni Costa—. Se c’è un donatore compatibile quell’organo viene offerto prioritariamente al ricevente iperimmunizzato. Ciò richiede una serie studi e un’organizzazione notevole: dobbiamo sapere prima quali sono gli organi che vanno bene per l’iperimmune. In via preliminare facciamo una verifica incrociata per via informatica, grazie a un programma realizzato al Cnt. Poi spediamo l’organo e prima del trapianto si fa una seconda prova incrociata biologica».Nel 2017 sono stati trapiantati così 64 pazienti (31 nel 2016). Possono sembrare pochi, ma per queste persone non esisterebbe un’alternativa. In tutto, sono 252 gli iperimmuni transitati in lista nel corso dell’ultimo anno.
Difese in eccesso Ci si può sensibilizzare dopo un trapianto, con trasfusioni o dopo una gravidanza