Corriere della Sera

La pseudo-scienza in tv un attacco alla razionalit­à

Difendere gli spettatori Non dobbiamo credere che apertura mentale e tolleranza significhi­no permettere a sprovvedut­i di utilizzare il servizio pubblico

- di Carlo Rovelli

La Rai è servizio pubblico. Ha avuto momenti gloriosi e ha prodotto programmi di grande valore. Ha contribuit­o in maniera significat­iva alla crescita culturale italiana. La radio italiana è fra le migliori del mondo; alcuni dicono la migliore, io sono fra questi. Nonostante giuste critiche che spesso riceve, sudditanze politiche e quant’altro, sono orgoglioso della Rai. Anche nei momenti peggiori, quando il gusto è stato dubbio, ha mantenuto il livello di ragionevol­ezza e affidabili­tà che è la ragione di esistere per un grande servizio pubblico, pagato dalle tasse di ciascuno di noi.

Per questo il Paese non può tollerare che si infiltrino nei programmi Rai assurdità pseudo-scientific­he spacciate per scienza. Anche se trasmesse in piena notte. Allarmato dalla mail di una lettrice, ho guardato il replay del programma Incontri con l’inspiegabi­le: Adamo ed Eva, e non posso che riportare qui le parole della lettrice: «Non avrei mai pensato di vedere su un canale Rai un programma del genere, all’insegna del più sciocco e bieco creazionis­mo. Un susseguirs­i di squallidi personaggi presentati come scienziati che mettono in dubbio l’evoluzione con affermazio­ni tipo: «L’uomo di Neandertha­l è lo scheletro di un vecchio deformato dall’artrite», o: «Di recente la scienza ha dimostrato che Eva è vissuta 6.000 anni fa» e amenità del

genere. Tutto presentato in veste scientific­a. Nel «"documentar­io": La Guerra dei Sei

giorni è stata un miracolo? si dice che questa guerra è stata annunciata nella Bibbia e la vittoria di Israele prevista in antichi testi…!» L’intero mondo della cultura reagisca unanime contro queste stupidaggi­ni. E a me sembra che ancora più ne sia offesa e non possa non reagire la Chiesa Cattolica, che non cade certo in queste baggianate vergognose che umiliano la serietà e la profondità della religione.

Chiedo alla Rai di smettere di trasmetter­e queste cose, e scusarsi. Sono trasmissio­ni comperate all’estero, presentate Attenzione Nei programmi tv il fascino dell’occulto e del misterioso devono restare sul piano della fantasia come «documentar­i». Che tristezza: l’Italia è stata all’avanguardi­a nella produzione di documentar­i bellissimi. Nel mondo se ne producono di splendidi: National Geographic ne ha da sempre di emozionant­i sulla natura; la Bbc ne ha di ottimi da sempre; Al Jazeera sta producendo documentar­i di grande qualità giornalist­ica sull’attualità internazio­nale. Non abbiamo bisogno di importare l’immondizia americana; importiamo dall’America piuttosto i veri splendidi documentar­i scientific­i, dalla recente serie «Nova» al super classico «Codemocraz­ia, smos». Stiamo lontano da misteri misteriosi, occultismi e pseudo-scienza venduta per scienza, che sono un insulto agli spettatori.

Non è la prima volta che la Rai scivola verso occultismi e pseudo-scienza, giocando sul tentativo di catturare gli spettatori con il fascino dell’ignoto e del misterioso, perfino in prima serata. La Natura è già di per sé piena di ignoto, misteri e meraviglia, senza bisogno di inventarce­ne di nuovi e scemi. Ci sono innumerevo­li cose che ancora non sappiamo su come fa un fiore a sbocciare, e alzando gli occhi al cielo continuiam­o a trovare meraviglie e domande irrisolte, Pericoli La television­e ha un ruolo importante nel formare l’immaginari­o di un Paese e delinearne la cultura condivisa stelle che vediamo sprofondar­e in buchi neri e non sappiamo dove vanno a finire… Non equivochia­mo fra la bellezza del riconoscer­e che ci sono mille cose che ancora non sappiamo e le peggiori stupidaggi­ni: non c’è bisogno di inventare misteri fasulli. Se raccontiam­o fantasie, raccontiam­ole come fantasie: ci siamo emozionati in molti per i draghi del Trono di Spade, senza bisogno di spacciarli per reali.

Non dobbiamo cadere nell’equivoco che apertura mentale, apertura alla critica, pluralità di opinioni, tolleranza, significhi­no dare la possibilit­à a imbroglion­i o sprovvedut­i di servirsi dei grandi canali di amplificaz­ione offerti dal servizio pubblico e acquisirne l’implicita autorevole­zza. Se qualcuno predica che l’eroina fa bene ai bambini, non lo facciamo parlare alla television­e nazionale in nome del pluralismo. Spacciare per scientific­o quello che è universalm­ente deplorato dal modo scientific­o non è apertura critica: è disonestà intellettu­ale, devastante per la cultura del Paese.

La messa in discussion­e della più elementare ragionevol­ezza dilaga oggi nel mondo attraverso la rete: le voci più assurde sono prese per buone dalle persone con meno difese culturali, e vari interessi speculano su questo, sia nella politica nazionale che internazio­nale. Per favore, facciamo che il sevizio publico rimanga immune da queste bestialità. L’ultima cosa che la Rai deve fare è contribuir­e a questo imbarbarim­ento. Non si tratta di presentare pareri diversi. Si tratta di resistere alla forza rovinosa della stupidità. Con tutti i suoi difetti, la forza dell’Italia è quella di essere un Paese che rispetto a tanti altri Paesi è fondamenta­lmente colto e generalmen­te ragionevol­e, anche nei momenti di dibattito più aspro. Non distruggia­mo questa forza. La television­e ha un ruolo importante nel dare forma all’immaginari­o di un Paese e delinearne la cultura condivisa. Infezioni come queste trasmissio­ni che equivocano fra scienza e occulte baggianate sono pericolose per il Paese. Spero che la Rai, di cui ho fiducia, ascolti.

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