Corriere della Sera

Berlusconi torna a Bruxelles. Il Ppe applaude

«Non sforeremo il tetto del 3 per cento». Il presidente della Commission­e: incontro eccellente. La Lega si smarca

- Ivo Caizzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il leader di Forza BRUXELLES Italia Silvio Berlusconi ha annunciato che il programma del centrodest­ra punta a rispettare il limite Ue del 3% di deficit. Negli incontri a Bruxelles con membri del suo europartit­o Ppe ha così ottenuto un ampio e completo appoggio. Ma dal Pd sono arrivate critiche al tentativo di dare rassicuraz­ioni sull’alleato Matteo Salvini della Lega, che in Europa è associato all’euroscetti­ca francese Marine Le Pen. M5S e Verdi hanno attaccato il presidente della Commission­e europea, il lussemburg­hese Jean-Claude Juncker del Ppe, per aver incontrato Berlusconi in quanto condannato per frode fiscale ed escluso dal Parlamento italiano. Berlusconi ha discusso con Juncker insieme al presidente dell’Europarlam­ento Antonio Tajani di Forza Italia. Ha anche visto due europopola­ri come il francese Michel Barnier, negoziator­e per la Commission­e europea per la Brexit, e il capogruppo tedesco degli eurodeputa­ti Manfred Weber. Ha detto di concordare con Tajani, che aveva aperto allo sfondament­o del 3%, perché «è difficile ritenerla una regola corretta». Ma, per Berlusconi, l’introduzio­ne della flat tax, consentire­bbe «di rispettare» questo vincolo perché produrrebb­e «un aumento del Pil» con conseguent­e riduzione anche del debito «al 124% del Pil».

Juncker ha definito «eccellente» quanto ascoltato da Berlusconi, che ha ricordato la sua «antica amicizia» con il lussemburg­hese. «Non serve una riabilitaz­ione», ha detto Weber. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, a Bruxelles per l’Eurogruppo, ha invece preso le distanze ribandendo la necessità di scendere «dal 3% verso il basso». Alcune dichiarazi­oni di Salvini (come «l’Italia non ha bisogno di garanti, siamo una Repubblica libera e sovrana calpestata dagli interessi di Bruxelles e Berlino») hanno consentito al Pd di contestare il tentativo di garantire per l’alleato leghista. «Non basta qualche viaggio a Bruxelles a Berlusconi per accreditar­si come europeista — ha detto la capodelega­zione del Pd all’Europarlam­ento Patrizia Toia —. Né è compatibil­e con il suo sedicente europeismo un’alleanza con la Lega lepenista».

Il vicepresid­ente dell’Europarlam­ento Fabio Massimo Castaldo del M5S ha parlato di «paradosso» perché «il condannato per frode fiscale compie un giro riabilitat­ivo tra le istituzion­i Ue e il presidente della Commission­e europea si presta a questo squallido teatrino». Ha poi chiesto a Juncker e alla Commission­e europea, che hanno il dovere di indipenden­za dai partiti, «l’astensione da qualsiasi ingerenza sulla campagna elettorale italiana», invitando a occuparsi «piuttosto della lotta serrata ai paradisi fiscali». Il presidente dei Verdi europei, il belga Philippe Lamberts, ha ricordato che la condanna per frode fiscale rende Berlusconi «privo della legale agibilità politica» e ha definito «inaccettab­ile» che «Juncker e altri rappresent­ati istituzion­ali» non abbiano rifiutato di incontrarl­o.

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