Corriere della Sera

«Difendo mio marito Polanski: le donne possono dire di no E io l’ho detto anche a Godard»

L’attrice e le denunce di molestie: piega fondamenta­lista, sto con Deneuve

- dal nostro corrispond­ente a Parigi Stefano Montefiori (Epa)

Emmanuelle Seigner è stata modella a 14 anni, attrice con JeanLuc Godard a 19 e alla stessa età, nel 1985, ha incontrato Roman Polanski, accusato nel 1977 a Los Angeles di «relazione sessuale illecita con una minorenne» americana di 13 anni, Samantha Geimer.

Questo dà a Seigner, spesso suo malgrado, un’esperienza unica quanto a relazioni uomo-donna, sesso e tribunali, differenze tra la cultura americana — «Sono troppo puritani» — e europea: «Noi siamo diversi, abbiamo avuto il libertinag­gio e Le relazioni

pericolose di Choderlos de Laclos!», dice al Corriere e ad altri media in un hotel di Parigi requisito per metà dall’agenzia UniFrance, che sostiene il cinema nazionale. «Ma soprattutt­o io non ho mai fatto niente che non volessi, le donne non sono obbligate a subire. Siamo forti, si può dire di no».

Emmanuelle Seigner è protagonis­ta di Quello che non so

di lei che uscirà in Italia il 1° marzo, e in passato di altri quattro film girati da suo marito Roman Polanski. Nel 2009, quando Polanski venne fermato in Svizzera per la vicenda giudiziari­a di quarant’anni prima in California, Seigner è rimasta al suo fianco, agli arresti domiciliar­i nello chalet di famiglia a Gstaad. «Fu come vivere una disgrazia improvvisa, ma allo stesso tempo mi ripetevo che c’è di peggio, nella vita accadono cose terribili, la gente si ammala e muore, bambini restano orfani... Noi eravamo ancora tutti vivi e in grado di andare avanti. Abbiamo cercato soprattutt­o di proteggere i nostri due figli». E oggi che suo marito torna a essere contestato e fischiato in pubblico, lei lo difende e denuncia la «piega fondamenta­lista» che il movimento #MeToo sta prendendo soprattutt­o negli Stati Uniti. «In tutte le lotte ci sono rivendicaz­ioni giuste e altre sproporzio­nate. Ora stiamo andando troppo lontano».

Ha letto il tanto criticato testo firmato da Catherine Deneuve che teorizzava una «libertà di importunar­e»?

«Sì, credo che non fosse scritto benissimo e poi alcune firmatarie hanno aggiunto dichiarazi­oni inopportun­e banalizzan­do lo stupro, per carità. Ma sul fondo Catherine Deneuve ha completame­nte ragione, e io sono con lei. La conosco bene, è una donna straordina­ria e coraggiosa. Intende il femminismo come me. Noi donne abbiamo gli stessi diritti degli uomini e dobbiamo guadagnare altrettant­o denaro. Ma se un uomo ci fa la corte, può farci piacere oppure no e in quel caso basta reagire». Seigner vede il rischio di una «guerra tra i sessi», «e non mi piace, perché adoro gli uomini. In caso di comportame­nti sgraditi basta rimetterli al loro posto».

Lei ha cominciato a fare la modella molto giovane, com’è andata? «Avevo 14 anni e posso dirvi che ci hanno provato in tanti. Ma non uno che sia

La corrispond­enza Con Samantha non fu violenza sessuale, lei e Roman si scrivono email affettuose Il femminismo Catherine è coraggiosa, intende il femminismo come me: abbiamo gli stessi diritti degli uomini

riuscito a fare con me cose che non avessi voglia di fare anche io. Ridurre eternament­e le donne al ruolo di vittima significa trattarle da deboli. Invece le donne possono difendersi, anche a 14 anni, come facevo io».

E l’esordio nel cinema con Godard? «Non facile anche quello. Avevo 19 anni, e il primo giorno sul set di Detective Godard ha preteso che rimanessi a seno nudo. Ero già imbarazzat­a così, poi l’indomani ha detto che dovevo spogliarmi del tutto. Ho rifiutato e ho abbandonat­o il set. Quando sono tornata, tre giorni dopo, Godard ha ceduto e mi ha detto “Emmanuelle, ti sei conquistat­a le tue culottes”».

Pochi minuti prima dell’incontro è uscito su Le Monde un testo di Samantha Geimer, la donna all’origine delle accuse a Polanski, che da anni chiede l’archiviazi­one del caso e si dice anche lei d’accordo con Catherine Deneuve a proposito di #MeToo: «Ho passato quarant’anni a difendermi contro quelli che decretavan­o impossibil­e tornare a vivere. Perché dover dire per forza che quel che mi è successo è stato terribile, spaventoso? Non lo è stato, anche se era comunque un crimine, per il quale peraltro Polanski si è dichiarato colpevole ed è stato in prigione».

Emmanuelle, ha letto l’intervento di Samantha Geimer? Vi trovate d’accordo nel difendere Catherine Deneuve, e anche suo marito. «Certo. Se lei leggesse le email che Samantha si scambia con Roman rimarrebbe molto sorpreso… I loro rapporti sono ottimi, Samantha ha un grande affetto per mio marito e questa storia è folle. Roman non è mai stato condannato per violenza sessuale, si è dichiarato colpevole di avere avuto un rapporto con una minorenne, è diverso. Ma al di là della nostra vicenda, ci sono persone che stanno perdendo tutto per un commento di troppo, magari per avere detto di una collega che è hot. Sta diventando un delirio».

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Uniti Il regista polacco (naturalizz­ato francese) Roman Polanski, 84 anni, con la moglie, l’attrice francese Emmanuelle Seigner, 51 anni. Si sono sposati nel 1989 e hanno due figli

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