Corriere della Sera

Auschwitz, le lacrime degli studenti italiani «Raccontere­mo tutto»

- di Claudia Voltattorn­i

«La cosa più grave è AUSCHWITZ l’oblio, dimenticar­e che tutto questo sia accaduto». Franco, 17 anni, quarto anno al liceo Galvani di Bologna, al ritorno dalla Polonia organizzer­à un incontro in assemblea dal titolo «Noi abbiamo visto»: «Ora il nostro dovere è ricordare e raccontare». Lo stesso faranno Rita, Claudia, Marco, Nicola, Gloria, quarto anno liceo artistico Giovanni Paolo II di Maratea: «Per il 27 gennaio monteremo un video con tutto quello che abbiamo visto e quello che abbiamo ascoltato». Hanno ancora gli occhi lucidi. Sono appena usciti da uno dei blocchi del campo di Auschwitz, quello con tutti gli oggetti sequestrat­i agli ebrei appena deportati. Pentole, spazzole, valigie, scarpe, vestitini da bambini, e tutto ciò che ognuno si era portato in questo viaggio senza ritorno. «Vederlo dal vivo — dice Claudia — non è come leggerlo sui libri: terribili i capelli tagliati alle donne uccise e usati per fare uniformi».

Ecco il senso del Viaggio della memoria che anche quest’anno il ministero dell’Istruzione con l’Ucei (l’Unione delle comunità ebraiche italiane) ha voluto organizzar­e portando a Cracovia, Birkenau e Auschwitz oltre cento ragazzi delle scuole superiori da tutta Italia. Con loro anche due bimbe di terza media di S.Anna di Stazzema, il vicepresid­ente del Csm Giovanni Legnini e una delegazion­e di rom e sinti. «Bisogna conoscere il male per debellarlo — spiega la ministra Valeria Fedeli dentro la sinagoga di Cracovia —: quello che è successo continua a riguardarc­i, esercitare la Memoria serve perché oggi cose così non si riproponga­no più».

Perciò, proprio dentro la sinagoga, la ministra ha rinnovato il protocollo con l’Ucei e la presidente Noemi Di Segni affinché nelle scuole si continui a parlare di Shoah. «Ancora oggi — dice Di Segni — non possiamo non chiederci perché, ci deve essere la trasmissio­ne della Memoria viva, un percorso che si comprende solo quando si fa, l’odio si previene con la cultura». E restano ammutoliti i ragazzi quando Andra Bucci, oggi 79 anni, bimba sopravviss­uta ad Auschwitz con la sorella Tatiana (i tedeschi le scambiaron­o per gemelle e le salvarono perché potenziali cavie di esperiment­i medici), racconta del suo arrivo nel campo e del suo tatuaggio che mostra sul braccio: «Non l’ho mai voluto togliere, e anche se lo facessi rimarrebbe per sempre, anche senza quel numero non sarei mai libera».

Qui, spiega lo storico Marcello Pezzetti, accompagna­tore del gruppo e direttore della Fondazione Museo della Shoah di Roma, «c’è stata l’eliminazio­ne studiata a tavolino del più alto numero di persone, una fabbrica della morte, né più né meno». E nel gelido silenzio del campo innevato, ogni ragazzo posa una pietra vicino al grande forno crematorio di Birkenau.

La ministra Accordo tra Fedeli e le Comunità ebraiche: nelle scuole si parlerà ancora di Olocausto

 ?? (foto Miur) ?? Auschwitz La ministra Valeria Fedeli, 68 anni (a sinistra), con Andra Bucci, 79 anni
(foto Miur) Auschwitz La ministra Valeria Fedeli, 68 anni (a sinistra), con Andra Bucci, 79 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy