Corriere della Sera

La derattizza­zione che divide Parigi, mentre i topi la invadono

- di Stefano Montefiori DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Nella città della Senna e dei PARIGI ristoranti qualche topo si è sempre visto. Tra i tavolini all’aperto, ma anche nelle sale dei locali più eleganti. Da qualche mese però l’esperienza più frequente, soprattutt­o la sera quando le strade sono meno rumorose, è vedere nugoli di decine di roditori che all’improvviso corrono in tutte le direzioni. Oppure, nei weekend, i topi contendono il pic nic ai turisti seduti sul prato di Champ de Mars, davanti alla Tour Eiffel. Il punto di non ritorno si è avuto ieri, quando il

Parisien ha diffuso il video di uno spazzino andato a svuotare un cassonetto piazzato lungo la Senna, nella nuova zona pedonale con ristoranti, giochi per bambini e piste ciclabili. Aperto il coperchio, l’uomo si è trovato davanti il brulicare di centinaia di topi. «Ci sono colleghi che hanno raccontato di essere stati attaccati al braccio, uno anche alla gola», racconta David (che preferisce non fornire il cognome, ndr). Da qualche mese i topi sono aumentati in modo straordina­rio, e le cause non sono del tutto chiare. Un po’ sono i nuovi ristoranti lungo la Senna, che lasciano troppi avanzi non protetti. Poi la piena, che obbliga i topi a lasciare il letto del fiume per cercare scampo oltre gli argini, per esempio sul prato dell’Esplanade des Invalides. Impossibil­e contarli, ma si pensa che i parigini più numerosi siano i topi: fra tre e sei milioni di esemplari, contro i due milioni di esseri umani (la saggezza popolare vuole che a Parigi ci siano due ratti per ogni uomo). La sindaca Anne Hidalgo ha stanziato a novembre un milione e mezzo di euro per una radicale campagna di derattizza­zione, ma animalisti ed ecologisti protestano. I rischi per la salute sono minimi, i casi di leptospiro­si rarissimi, ma il Comune vuole catturare alcuni esemplari e usarli per esperiment­i in modo da isolare anticoagul­anti efficaci e passare poi allo sterminio. «Questo sistema provocherà sofferenze animali atroci — dice l’ecologista David Belliard —. Basterebbe fare più attenzione agli sprechi e non lasciare in giro avanzi di cibo».

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Al cinema Il film d’animazione Ratatouill­e (2007)

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