Corriere della Sera

LA DOPPIA LEZIONE DI YOOX L’HI-TECH IN ITALIA ESISTE VA SOLO AGEVOLATO

- di Daniele Manca daniele_manca

Il Made in Italy ormai è noto non è solo quello delle tre F: furniture, food and fashion (arredament­o-design, cibo e moda). Ieri si è avuta la prova che anche sull’hi-tech il nostro Paese può dire la sua. Il gruppo svizzero del lusso Richemont (controlla marchi come Cartier e Montblanc), ha lanciato un’offerta d’acquisto totalitari­a sulla Ynap. La società di vendite on line prende origine dalla italiana Yoox creata nel 2000 dall’imprendito­re Federico Marchetti. Con l’Opa Marchetti uscirà definitiva­mente dall’azionariat­o. Ma l’azienda rimarrà separata da Richemont, sarà guidata dall’imprendito­re italiano e manterrà sede in Italia. L’azienda è stata valutata 5,1 miliardi di euro, si sta parlando di attori rilevanti nel mondo dell’hi-tech. Piuttosto c’è da chiedersi quante Yoox stiano maturando nel nostro Paese. E se le stiamo agevolando o meno. Qualcosa è stato fatto grazie al piano Industria 4.0. Ma è evidente che è necessaria un’azione sia a livello nazionale sia a livello europeo. E’ innegabile che grandi aziende come Google, Facebook in America, ma anche come Alibaba, Tencent in Cina, abbiano potuto contare su mercati enormi e con uniche regolament­azioni. L’Europa, sebbene possa contare su un mercato di 500 milioni di persone di buon reddito medio, solo a novembre scorso è stata in grado di emanare misure per eliminare quelle barriere che ostacolava­no e in qualche caso impedivano il commercio on line. Mentre il mercato unico digitale è di là da venire. Si pensa a regolament­are invece di alimentare e agevolare l’impresa. Correndo certo il rischio che si creino monopoli (come innegabilm­ente si avviano a essere Amazon, Google, Facebook). Ma almeno entrando in partita e non solo assistendo da spettatori.

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