Vincitori e vinti
L’«Avvocato» visto dagli americani in un documentario Hbo
Agnelli, il documentario prodotto da Hbo diretto da Nick Hooker è un ritratto approfondito di una delle figure più carismatiche del Novecento. Al centro la figura dell’«Avvocato» visto dagli americani, in un puzzle composito che si snoda attraverso un susseguirsi di immagini e testimonianze: la famiglia, gli amici, i professionisti, i collaboratori (Sky Atlantic).
Diviso in cinque capitoli, il documentario parte dal nonno, il senatore Giovanni Agnelli, per raccontare l’infanzia (segnata dalla morte del padre in un tragico incidente), il debutto internazionale come playboy («era divertente ed eccitante, pieno di charme» confessa una signora, e un’altra: «adorava che tutti lo adorassero») e la fama internazionale conquistata durante gli Anni 50 e 60 (in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti), i violenti «anni di piombo» a Torino, il rinnovamento e la prosperità della Fiat negli Anni 80 e le tragedie che hanno contrassegnato i suoi ultimi anni (soprattutto la morte del figlio Edoardo e del nipote Giovannino Agnelli), prima della sua morte, avvenuta nel 2003.
Il ritratto si dipana attraverso le testimonianze: in controluce emergono donne affascinati come Pamela Churchill, Anita Ekberg e Jackie Kennedy, ma anche figure più «grigie» che hanno determinato la trasformazione degli equilibri politici e industriali della Fiat: il dittatore libico Gheddafi che compra il 10% della casa torinese, gli innesti di Mediobanca di Enrico Cuccia e l’avvento di Cesare Romiti, con il conseguente distacco del fratello Umberto. La testimonianza più curiosa è forse quella del fidato cuoco Giulio Marconi (l’inquadratura dal basso è sempre la più interessante), mentre, a volte, l’editing lascia a desiderare (per esempio, si sente la voce di Ezio Mauro ma non lo si vede mai, Paolo Pejrone è definito giardiniere…). Quello che più conta, però, è lo sguardo dall’esterno, che supera ogni dettaglio.