M5S «pesca» in Sudafrica l’economista nemico del Pil
Se tra gli obiettivi del Movimento 5 Stelle c’è la battaglia all’ortodossia, politica o economica, la scelta di candidare Lorenzo Fioramonti mira a sfatare certezze consolidate e luoghi comuni. Una su tutte, quella per cui il Prodotto interno lordo, meglio noto come Pil, è la misura della ricchezza di un Paese. Per il docente classe 1977 cresciuto nella periferia romana, professore ordinario di Economia e politica all’Università di Pretoria, in Sudafrica, quell’indicatore invece altro non è che una «lavatrice statistica». Cioè un dato in cui confluiscono elementi diversi e contraddittori (la produzione industriale come le spese militari) che viene utilizzato come «strumento di dominio» da chi controlla le leve del comando mondiale. Insomma, una sorta di arma di «distrazione di massa» che Fioramonti ha cercato di smontare con un libro («Presi per il Pil. Tutta la verità sul più potente numero del mondo») e un documentario che hanno suscitato interesse in tutto il mondo, catturando l’attenzione di intellettuali alternativi come Vandana Shiva, Susan George e Raj Patel. Al M5S, il professore che giovanissimo lasciò l’Italia quando gli consigliarono di lasciar perdere la carriera accademica, porta in dote la sua battaglia per la decrescita, un cavallo di battaglia del Beppe Grillo d’antan. Una battaglia più culturale che economica, che passa dalla smitizzazione del Pil e propone un diverso modo di vivere (officine autogestite, sistemi di scambio non monetari, mutualità, condivisione). Fioramonti mette al servizio del candidato premier pentastellato Luigi Di Maio (ieri ospiti insieme a
la sua esperienza alla guida del «Centro per lo studio dell’innovazione governance» e i suoi studi sulle nuove forme di regionalismo sovranazionale (chissà che non si faccia promotore di un nuovo assetto istituzionale). Ma nel suo curriculum vanta anche un fiore all’occhiello (è la prima e unica cattedra Jean Monnet in Africa) che viene assegnato dalla Commissione Ue. Proprio quella che i 5 Stelle vedono come il fumo negli occhi.