Dalla Dc ai Forconi, no a un logo su quattro
Cassati 19 simboli, per altri 9 divieto di presentare liste. Fuori anche Msi e Margherita
Un quarto dei simboli dei partiti in corsa per le elezioni del 4 marzo sono stati «rimandati» o «bocciati» dal ministero dell’Interno. In principio erano 103 i contrassegni esposti nelle bacheche montate al piano terreno del Viminale e ora ce ne sono solo 75 tra quelli promossi: 19 non saranno ammessi alla corsa elettorale per le Politiche 2018. In altri 9 casi, come quello del simbolo della Margherita di Francesco Rutelli presentato solo in via precauzionale in caso di contenziosi e ricorsi, il partito è stato ammesso ma non potrà presentare candidati alle elezioni.
Le motivazioni che hanno portato alla non accettazione delle 19 liste (va detto che i costi amministrativi lievitati hanno determinato quest’anno un abbattimento dei simboli presentati) sono sostanzialmente due: il plagio di altri simboli ammessi e il richiamo al partito fascista e alla Repubblica sociale sanzionato dalla legge.
Tra i 19 contrassegni «rimandati» c’è anche lo scudo crociato della Democrazia cristiana oltre a un altro simbolo storico come la fiamma del Msi Destra nazionale. Lo Scudocrociato si trova in uno dei simboli ammessi, quello di Noi con l’Italia-Udc, mentre la Fiamma è presente nel contrassegno di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. E anche Democrazia Liberauguale è stata bocciata per assonanza con Liberi e uguali di Pietro Grasso.
Fanno parte dei non ammessi, inoltre, i Forconi, Pensionati Consumatori, Indipendenza del Veneto, Destre unite, Nsab, Lega per l’Italia, il Blocco nazionale, No riforma forense. I depositanti di questi 19 simboli hanno da ieri sera 48 ore di tempo per integrarli o sostituirli.
Tra i 9 invece «bocciati», quelli che cioè non consentono la presentazione delle liste, ci sono La Margherita Democrazia è libertà, Fronte verde, Ragione e libertà.
La prossima scadenza della complessa macchina elettorale messa in piedi al ministero dell’Interno riguarda ora le corti d’appello. Entro le ore 24 del prossimo lunedì 29 gennaio dovranno infatti essere depositati gli elenchi con i listini plurinominali di ciascun partito (proporzionale) e con i nomi dei candidati nei collegi uninominali (maggioritario) dei partiti e delle singole coalizioni.