Iran, sospesa la condanna a morte del medico Djalali: «Possibile tumore»
La condanna a morte di Ahmadreza Djalali, il medico e ricercatore iraniano che dal 2012 al 2016 collaborò con il Centro di ricerca interdipartimentale in Medicina d’emergenza e dei disastri dell’Università del Piemonte Orientale e che si trova nel carcere di Evin con l’accusa di spionaggio per Israele, è stata sospesa, in attesa di una revisione da parte della procura di Teheran, in programma a febbraio. Lo ha detto l’avvocato Zeinab Taheri all’associazione «Center for Human Rights in Iran», aggiungendo che Djalali potrebbe avere un tumore al sistema digestivo («Mangia ma è sempre più magro») e necessita di un esame medico fuori dal carcere — una richiesta finora rifiutata dal giudice Abolqasem Salavati.