«Stalin è grande e non si tocca» La Russia vieta il film (straniero) sul dittatore
Toccare Stalin è questione sempre delicata in Russia. Si può quindi facilmente immaginare cosa possa succedere quando del Piccolo Padre si parla in un film satirico alla vigilia dell’anniversario della battaglia di Stalingrado e a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali che vedranno la riconferma di Vladimir Putin. Così il film Death of Stalin (in Italia uscito come Morto
Stalin se ne fa un altro) è stato bloccato dal ministero della Cultura. Per ora non uscirà nelle sale, poi, magari fra mesi, si vedrà. Il fatto è che il dittatore georgiano è ancora amato da milioni di cittadini, nonostante la sua responsabilità nelle repressioni degli anni Trenta. In un sondaggio dell’anno scorso, il 38 per cento degli intervistati lo aveva votato come «Il personaggio più straordinario di tutti i tempi». Anche chi lo giudica un tiranno, lo ritiene però il fautore del «Grande balzo in avanti» dell’Urss, e il vincitore della Seconda guerra mondiale. L’uomo che ha sconfitto i nazisti. Per questo, dopo che il film anglofrancese era stato programmato, il ministero ha pensato bene di farlo vedere a un gruppo di personalità influenti, che lo ha bocciato senza appello: «Velenoso e disgustoso». Naturalmente sono insorti anche i parlamentari del partito comunista, che ancora difendono il Grande georgiano. Nella pellicola si parla della lotta di potere tra i suoi luogotenenti seguita al suo ictus e alla morte sopravvenuta 48 ore dopo, Krusciov, Beria, Malenkov, Molotov. È proprio su come vengono dipinti gli uomini di Stalin che si appuntano le critiche più feroci. Anche perché tra gli intriganti senza cervello del film c’è pure il maresciallo Zhukov, l’eroe che conquistò Berlino nel 1945. «Nel 75° anniversario di Stalingrado, è uno sputo in faccia a quanti morirono per difendere quella città», è scritto in una lettera di protesta firmata da decine di personalità pubbliche, tra le quali anche il regista Nikita Mikhalkov. Le interpretazioni dei vari protagonisti della storia russa di quegli anni (gli attori sono Steve Buscemi, Jason Isaacs, Jeffrey Tambor, Simon Russel Beale, Michael Palin) sono, come minimo, un po’ forzate. Ha detto lo storico Vladislav Kononov, direttore della Società russa storico-militare: «Tutti i personaggi sono dipinti come degli idioti. Possono essere stati tiranni, ma non erano certo idioti. È così che l’Occidente vede la nostra gente. È un abominio».